Sabato 21 Dicembre 2024
GIUSEPPE CATAPANO
Economia

La ricetta degli industriali, il presidente Orsini: “Subito in manovra il ritorno al nucleare”

L’assemblea a San Patrignano: indipendenza energetica con l’atomo. “Abbiamo necessità di correre, la burocrazia è il problema dei problemi”

Coriano (Rimini), 4 ottobre 2024 – L’energia al centro. Nella Romagna colpita dalle alluvioni Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, dà forma ai ‘futuri sostenibili’ che sono all’orizzonte. L’assemblea annuale di Confindustria Romagna nell’auditorium della comunità di San Patrignano, nel Riminese (intitolata appunto ‘Futuri sostenibili’), è l’occasione per guardare avanti. Intervistato da Agnese Pini, direttrice di Qn-il Resto del Carlino, La Nazione e il Giorno, Orsini offre un punto di vista sulle sfide più importanti: il nucleare, il green deal europeo, il futuro del mercato automobilistico. E non mancano le richieste al governo. “Abbiamo bisogno di mettere subito a terra, in legge di Bilancio, la sperimentazione del nucleare in Italia. Serve responsabilità sociale da parte di tutti: per nucleare – osserva il presidente di Confindustria – non si intende più la centrale di vecchia generazione con i camini di una volta. Parliamo di micro reattori di terza e quarta generazione a cui stanno lavorando già diverse industrie. La via è quella”.

Emanuele Orsini, 51 anni, è stato eletto presidente di Confindustria il 24 maggio 2024
Emanuele Orsini, 51 anni, è stato eletto presidente di Confindustria il 24 maggio 2024

La burocrazia resta il problema dei problemi per le imprese. Un nodo da sciogliere una volta per tutte. “Abbiamo necessità di correre. Consideriamo – spiega Orsini – che per cantieri sopra i 100 milioni di euro in Italia si impiegano 15 anni. Non è possibile. A Milano ci sono 12 miliardi di investimenti fermi per una norma edilizia. Dobbiamo porre rimedio. Siamo pronti a fare proposte a costo zero: un intervento è inderogabile, soprattutto nell’ottica del green deal europeo”. Dalla Romagna a Bruxelles. “L’industria italiana ha a cuore l’ambiente e non è vero che non vogliamo attuare il green deal. Nel 2021 eravamo già in Champions League sul riciclo, quello che ci chiedeva la norma nel 2030 noi lo abbiamo ottenuto nel 2021. Quando si discute di clima e ambiente il tema diventa geopolitico. Ma è una questione di competitività e di concorrenza”.

L’obiettivo deve essere quello di “incrementare l’indipendenza energetica dei Paesi. E serve un prezzo unitario dell’energia: è miope che qualcuno abbia un vantaggio perché paga meno. Se vogliamo che ci sia un’Europa forte tutto questo deve sparire”. Il discorso si sposta sul sistema per lo scambio di quote di emissioni nell’Ue, gli Ets: “Come era nato poteva anche funzionare, rimettiamolo come era stato pensato. Oggi gli intermediari finanziari hanno portato il costo degli Ets a valori pazzeschi”.

Sul fronte dell’industria automobilistica e sullo stop delle vendite della auto a benzina e diesel nel 2035 “vogliamo portare avanti il principio della neutralità tecnologica e la salvaguardia dei know-how dei Paesi. Perché nel programma della von der Leyen c’è l’e-fuel e non il bio-fuel?”. Anche in questo caso “il tema è politico. Diamo spazio e tempo perché ci sia un aggiornamento”. E a proposito di politica, “ci sono Paesi in Europa che andranno al voto. Ma l’Ue – chiarisce Orsini – non può essere ostaggio di alcuni Paesi bloccando l’intera industria europea. Questo non ce lo possiamo permettere”.

Per il presidente di Confindustria “il rapporto Draghi ha fornito una diagnosi perfetta di quello che sta succedendo. Adesso serve la cura, cioè tempo e finanziamenti. Sono a rischio le nostre imprese e i nostri dipendenti, su questo faremo una battaglia per far capire all’Europa che si rischia la desertificazione industriale". Dall’Europa il discorso si sposta nuovamente sull’Italia. Si parla di sicurezza sui luoghi di lavoro. “Gli incidenti devono essere prevenuti, stiamo dialogando con i sindacati perché solo con il dialogo si ottengono risultati. Bisogna investire – l’analisi di Orsini – sulla formazione dei micro e medio-piccoli imprenditori, così come occorre investire sui controlli. Dobbiamo trovare soluzioni e portarle al Governo, perché siamo noi quelli che sanno cosa vuol dire lavorare all’interno delle fabbriche e delle imprese”. Il ‘noi’ torna anche quando si affronta il tema della ricostruzione post-alluvione in Romagna. “Serve remare tutti nella stessa direzione. Confindustria è pronta a fare la propria parte. Non possiamo aspettare. Ma occorre che sia chiaro chi fa cosa, come e quando. Proprio come succede nelle imprese”.