Venerdì 22 Novembre 2024
CLAUDIA MARIN
Economia

Confindustria, finale a sorpresa. Garrone lascia: “Troppe divisioni”. Orsini sarà il presidente

A poche ore dal consiglio generale il numero uno di Erg si ritira: "È per il bene dell’associazione". L’onore delle armi dell’avversario. "Condividiamo gli stessi valori. Uniti per ritornare grandi"

Roma, 3 aprile 2024 – Alla fine anche l’ultimo competitor rimasto in gara nel miglio finale della corsa, Edoardo Garrone, si è fatto da parte. E così giovedì i quasi 190 grandi elettori del Consiglio generale di Confindustria sceglieranno a larghissima maggioranza o, forse, anche all’unanimità, Emanuele Orsini, imprenditore modenese del legno e del food, come nuovo presidente degli industriali. Una scelta, quella del patron della Erg, che qualcuno beninformato ventilava da giorni, ma che pochissimi si attendevano (tanto più alla vigilia della conta) e che, secondo indiscrezioni, ha colto di sorpresa molti dei suoi stessi sostenitori.

Emanuele Orsini verrà indicato a capo dell’associazione di viale dell’Astronomia da una platea di 190 grandi elettori
Emanuele Orsini verrà indicato a capo dell’associazione di viale dell’Astronomia da una platea di 190 grandi elettori

Il patron della Erg si dichiara "commosso ed emozionato" e spiega le ragioni e il senso della sua rinuncia, "che mi è molto costata", in una lunga lettera: "Per una Confindustria forte occorre innanzitutto mettere un candidato nelle condizioni di potersi scegliere la propria squadra e la propria struttura liberamente, senza alcun condizionamento e negoziazione che lo renderebbe debole e ne sancirebbe il fallimento sin dall’inizio". E, dunque: "Vincere all’ultimo voto rischiava di essere una vittoria di Pirro, ovvero di non poter governare l’associazione con la necessaria efficacia". Tanto più – osserva con qualche nota di dura amarezza – che dopo "forti fratture e forti tensioni", a Confindustria "non serve che un candidato possa vincere per qualche voto, magari frutto di ‘impegni o scambi’ eccessivi e per me intollerabili e inaccettabili".

Il passo indietro, insomma, serve per consentire a Orsini di trovare "quelle condizioni ideali per guidare Confindustria senza condizionamenti, e di poterlo fare con grande senso di responsabilità, in nome di un fine collettivo che è molto più importante di noi singoli".

La risposta nel nuovo leader di Viale dell’Astronomia non si fa attendere. Raccoglie l’appello all’unità e al rilancio dell’associazione e indica la prospettiva della sua missione: "Qualche ora fa Edoardo Garrone mi ha anticipato la sua scelta e ha voluto condividere con me quei valori, che sono anche i miei, che hanno determinato la sua decisione". E, dunque: "Andremo al voto e sarà importante stringerci attorno a questo progetto di unità. Condivido con Edoardo che dovremo dimostrare, anche a coloro che potrebbero aver avuto dei dubbi, la forza e l’autorevolezza di Confindustria. La nostra responsabilità sarà grande, ma sono certo che insieme saremo in grado di riportare la nostra Confindustria a quella credibilità necessaria per avere un ruolo nelle scelte del nostro Paese".

Eppure, per chi seguiva le quotazioni dei candidati che hanno accompagnato questi mesi e queste settimane, dopo l’esclusione dell’industriale genovese Antonio Gozzi, che tante polemiche e clamore ha prodotto tra gli industriali, è apparso sempre più evidente che, dei due rimasti in corsa, Orsini poteva contare su un numero crescente di consensi. A maggior ragione dopo che lo stesso presidente di Federacciai, fuori gioco, e i suoi sostenitori, si stavano orientando a favore dello stesso Orsini. Alla fine, però, nel voto del Consiglio generale ci si sarebbe trovati comunque di fronte a una Confindustria lacerata. Un esito che si è voluto evitare. Il che non toglie che dalla dura partita andata in scena escano vincitori e vinti. Non tanto i tre candidati, ma i loro sponsor e le stesse associazioni territoriali e di categoria che li sostenevano.

Il ritiro di Garrone segna di fatto l’arretramento del vecchio Triangolo industriale nella geografia di Confindustria: Assolombarda, con i big di riferimento, soprattutto l’ormai ex Presidente Carlo Bonomi, e la principale sponsor di Garrone, Emma Marcegaglia. La vittoria di Orsini, nato a Sassuolo nel 1973, amministratore delegato di Sistem Costruzioni e di Tino Prosciutti, presidente di Maranello Residence, rappresenta, invece, il cambio di rotta in Confindustria, con l’affermazione soprattutto del nuovo asse delle multinazionali tascabili che dal Nord Est si spinge lungo la costiera adriatica passando per Emilia-Romagna-fino a Marche e Abruzzo. Ma rappresenta anche la vittoria di una nuova rappresentanza del Mezzogiorno (sostenuta dall’ex Presidente Antonio D’Amato). Un’operazione che raccoglie l’interesse del governo: basti pensare al voto decisivo delle partecipate di Stato come Eni, Enel, Leonardo, Poste, Ferrovie.