Martedì 12 Novembre 2024
CLAUDIA MARIN
Economia

Colpo di scena, Gozzi escluso dalle candidature per la presidenza di Confindustria: restano in corsa Orsini e Garrone

I saggi dell’Associazione industriali hanno deciso di non ammettere all’elezione il presidente di Federacciai

Roma, 14 marzo 2024 – Colpo di scena notturno nella corsa per Confindustria. I saggi di Confindustria hanno deciso di escludere Antonio Gozzi dalla volata finale della corsa per conquistare la presidenza di Confindustria. Restano in gioco in due: Emanuele Orsini e Edoardo Garrone. Una scelta, quella dei saggi, destinata a suscitare reazioni dure da parte del Presidente di Federacciai, ma anche di molte associazioni territoriali e di categoria che si sono schierate con lui.

Il simbolo di Confindustria e, dall'alto in senso orario, Emanuele Orsini, Edoardo Garrone e Antonio Gozzi escluso dalle elezioni
Il simbolo di Confindustria e, dall'alto in senso orario, Emanuele Orsini, Edoardo Garrone e Antonio Gozzi escluso dalle elezioni

Nei giorni scorsi, dopo il ritiro di Alberto Marenghi, erano arrivate le ultime indicazioni. Umbria e Reggio Emilia per Antonio Gozzi, Brindisi per Emanuele Orsini, Avellino per Gozzi e Orsini a parità di voto. E, così, al voto del Consiglio generale, secondo tutte le indicazioni del caso, si riteneva che dovessero andare i tre industriali indicati.

Tutti e tre, del resto, avevano superato il quorum della quota assembleare del 20 per cento, sebbene non sia mai stato un requisito vincolante per accedere al voto finale. I saggi, non a caso, sono chiamati a valutare la rappresentatività dei candidati anche attraverso l’ascolto dell’opinione di molti singoli imprenditori significativi. A ogni buon conto, Garrone ha fatto sapere fin da subito che aveva in mano più del 20 per cento certificato dei voti assembleari. Orsini, secondo i beninformati, era ugualmente sopra la soglia. Ma anche Gozzi, secondo fonti vicine al presidente di Federacciai, aveva consegnato alla Commissione di designazione le delibere che certificano una soglia dei voti assembleari superiore al 25%.

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A questo punto, Mariella Enoc, Andrea Moltrasio e Ilaria Vescovi, i tre grandi consiglieri di Confindustria, secondo le previsioni, non avrebbero dovuto avere nessun ostacolo ad ammettere i tre candidati al voto finale. Anche se non mancava chi faceva osservare come, fino alla pronuncia ufficiale dei saggi, potevano essere messe in atto spinte per sollevare formalismi di vario genere per escludere addirittura due dei tre candidati: Gozzi e Orsini. Una ipotesi paventata da qualcuno ma che sarebbe stata contestata sul piano legale come su quello mediatico.

La scelta serale, invece, è stata quella di escludere solo Gozzi. Ma anche questa esclusione determinerà dure reazioni perché, considerando che una parte delle associazioni ha deciso di non pronunciarsi, il peso di ciascuno dei tre è stimato attorno al 30%.

La decisione, nello specifico, è stata comunicata questa sera, all'interno del sistema di rappresentanza degli industriali. "Come anticipato martedì mattina, dopo aver dichiarato conclusa la fase delle consultazioni – scrivono i saggi – abbiamo dedicato questi giorni ad una analisi di tutte le indicazioni di preferenza raccolte”. E “in stretto coordinamento con il collegio speciale dei probiviri confederali” è stata verificata la correttezza di alcuni passaggi procedurali e sono state anche fatte “puntuali valutazioni di merito sul rispetto dei comportamenti richiesti dallo statuto confederale che evidenzieremo – scrivono – nella nostra relazione della prossima settimana”.

Le sette giornate di consultazione "hanno permesso di coprire l'intero territorio nazionale – in rappresentanza di circa l'80% dei voti assembleari e del 73% dei componenti del Consiglio Generale – garantendo il massimo coinvolgimento del sistema associativo”.

Fatto questo percorso, la commissione "ha individuato all'unanimità in Edoardo Garrone ed Emanuele Orsini i candidati chiamati ad illustrare il proprio programma nella riunione del Consiglio generale del prossimo 21 marzo per il successivo voto di designazione, già in calendario per il prossimo 4 aprile”. Dal voto uscirà un solo nome, il presidente designato, per l'elezione andrà al voto in assemblea il 23 maggio. Sempre che, nel frattempo, non intervenga la magistratura alla quale Gozzi potrebbe rivolgersi contro la decisione assunta.