Domenica 24 Novembre 2024
ELENA COMELLI
Economia

Confindustria, chi sono i quattro candidati alla presidenza e chi sono i loro ‘sponsor’

In corsa per la carica più importante di viale dell’Astronomia ci sono Emanuele Orsini, Edoardo Garrone, Antonio Gozzi e Alberto Marenghi

Carlo Bonomi, presidente uscente di Confindustria (Ansa)

Carlo Bonomi, presidente uscente di Confindustria (Ansa)

Milano, 14 febbraio 2024 – Il mandato quadriennale di Carlo Bonomi alla presidenza di Confindustria sta per giungere al termine e la corsa per la successione è ufficialmente partita. Dopo settimane di indiscrezioni, alla fine sono quattro i pretendenti alla poltrona più alta di viale dell’Astronomia: l'attuale vice presidente di Carlo Bonomi con delega al credito Emanuele Orsini (che si è presentato con 40-50 firme), il presidente di Erg e del Sole 24 Ore Edoardo Garrone (30-35), il numero uno di Duferco e leader di Federacciai Antonio Gozzi (20-25) e l’altro vice presidente con delega all’organizzazione, sviluppo e marketing, Alberto Marenghi (20 firme). In realtà, questi quattro nomi al momento sono ancora delle candidature ufficiose. A quelle definitive si arriverà solo tra qualche settimana.

Come funziona l’elezione del presidente di Confindustria

L'elezione del presidente di Confindustria è infatti una procedura estremamente intricata che fa capo a prassi e norme consolidate nel corso del tempo. Nel mese di gennaio sono stati nominati i tre "saggi", che sono chiamati a selezionare, valutare e sponsorizzare ogni singolo candidato alla presidenza. La loro nomina avviene all'interno del Consiglio generale, di cui fanno parte e che è l'organo politico di Confindustria oltre che l'elemento di raccordo tra il vertice (il presidente) e la base associativa (l'Assemblea generale). All'interno del Consiglio ci sono i rappresentanti di tutte le diverse articolazioni del sistema (territori, settori, piccola industria e giovani imprenditori), eletti sempre dall'Assemblea generale. Ogni aspirante candidato deve presentare la propria autocandidatura al Consiglio generale e, per poter effettivamente correre per la presidenza, raccogliere almeno 18 firme a suo sostegno.

Dopo questa scrematura, i tre "saggi" hanno il compito di sondare il terreno all'interno delle confederazioni territoriali e stilare una lista di candidati convincente sia per il Consiglio sia per l'Assemblea. Una volta fatto ciò, il Consiglio generale procederà a designare (attraverso voto segreto) il nuovo presidente, fatto che avviene circa un mese prima del voto effettivo dell'Assemblea: è consolidato che il presidente approvato dal Consiglio sia anche quello più votato dalla base dell'Assemblea generale. Quest'anno, il Consiglio si pronuncerà il prossimo 4 aprile, mentre il voto effettivo dell'assemblea sarà il 23 maggio.

Chi sono i quattro candidati e i loro ‘sponsor’

Da oggi i tre saggi Mariella Enoc, Andrea Moltrasio e Ilaria Vescovi inizieranno le consultazioni nelle varie sedi territoriali per presentare i profili dei quattro candidati e cercare di capire chi sia il più apprezzato e se ci siano margini per eventuali alleanze.

Le indiscrezioni fanno emergere una forte competizione tra i due candidati liguri, Garrone e Gozzi. Edoardo Garrone, 62 anni, è stato vicepresidente di Confindustria durante l'era Marcegaglia. Antonio Gozzi, 69 anni, è invece presidente di Federacciai, del gruppo Duferco. Il vicepresidente uscente Emanuele Orsini, 51 anni, emiliano, è imprenditore nell'edilizia in legno con Sistem Costruzioni e nell'alimentare con Tino Prosciutti. Alberto Marenghi, l'altro vicepresidente, è nato a Mantova, ha 48 anni ed è l'amministratore delegato di Cartiera Mantovana. E’ stata Emma Marcegaglia, si racconta, a invitare il suo sodale Edoardo Garrone a candidarsi, evidenziando la necessità di un futuro presidente espressione della grande impresa, conosciuto in Italia e all’estero. Non si sa se l’invito sia stato davvero spontaneo o frutto di un accordo fra i due per rispettare il galateo confindustriale, che imporrebbe di non farsi avanti da soli ma di farselo chiedere. Va sottolineato che Marcegaglia ha una forte consuetudine e una lunga collaborazione confindustriale con Edoardo Garrone, che era anche stato il suo vice presidente con le deleghe più pesanti quando l’imprenditrice sedeva al vertice di Viale dell’Astronomia. D’altro canto, pur appartenendo allo stesso mondo siderurgico, Marcegaglia non ha buoni rapporti con Gozzi, tanto da far uscire la sua azienda, nel 2018, da Federacciai, che allora come oggi era presieduta proprio dal numero uno di Duferco. Certo, dopo pochi mesi il gruppo Marcegaglia è poi rientrato nell’associazione di settore, ma la mossa la dice lunga sui rapporti fra i due, che non sono certo di grande affinità. Marcegaglia ha terminato la sua presidenza nel 2012, ma rimane influente ai piani alti di via dell’Astronomia. Tanto da essere stata la king maker di tutti i suoi successori, in particolar modo Giorgio Squinzi e Vincenzo Boccia. Altre figure influenti sono Gianfelice Rocca dell’omonima famiglia imprenditoriale, già presidente di Assolombarda e king maker dell’attuale presidente Carlo Bonomi. E figure come Francesco Gaetano Caltagirone, Marco Tronchetti Provera, Diana Bracco, Sergio Dompé. Proprio a un aperitivo pre-natalizio nella casa milanese di Diana Bracco sarebbe venuta fuori ufficialmente l’idea della candidatura di Garrone. All’incontro, secondo le indiscrezioni, sarebbero stati presenti anche Marco Tronchetti Provera, Fedele Confalonieri, Gianfelice Rocca e Sergio Dompé. Diana Bracco, titolare dell’omonimo gruppo farmaceutico, è stata presidente di Assolombarda e di Federchimica, nonché vice presidente di Confindustria quando sulla poltrona di Viale dell’Astronomia sedeva il suo amico e sodale Giorgio Squinzi. Ad oggi, secondo voci non confermate, sarebbero propensi a sostenere Garrone Assolombarda, che è la più importante territoriale italiana, una buona parte dei piemontesi e forse Federmeccanica. Non è chiara la posizione di Federchimica e Farmindustria, ma l’iniziativa della Bracco (alla quale era presente anche l’ex presidente di Farmindustria Sergio Dompé) fa pensare a un appoggio a Garrone. C’è invece chi ritiene che Federchimica possa appoggiare Gozzi. Non ci sono ancora elementi, inoltre, per sapere come si comporteranno le grandi aziende a controllo pubblico: Eni, Enel, Leonardo, Poste, Terna, che in Consiglio Generale hanno un peso specifico notevole e che in questa partita potrebbero venir influenzate dal governo di Giorgia Meloni, loro azionista di maggioranza. Per ora ci sono solo orientamenti di massima, che potrebbero mutare nel corso del prossimo mese, influenzati anche dagli incarichi che ogni candidato potrebbe promettere ai vari grandi elettori.