Mercoledì 20 Novembre 2024
ANTONIO TROISE
Economia

Confesercenti lancia l’allarme: "Spariti 3,2 miliardi di consumi. Occorre fermare il far west del web"

La presidente De Luise: subito misure contro la desertificazione commerciale. Esposto all’Antitrust

Confesercenti lancia l’allarme: "Spariti 3,2 miliardi di consumi. Occorre fermare il far west del web"

Patrizia De Luise, 70 anni anni, è presidente di Confesercenti dal 2017

C’è l’allarme per la frenata dei consumi. Ma anche per la ritirata dei negozi di prossimità, la desertificazione del tessuto dei piccoli negozi, la lotta, impari, con i giganti del web che hanno trasformato le piattaforme del commercio on line in un far west. È puntuale e dettagliata l’analisi che il presidente della Confesercenti, Patrizia De Luise, scandisce durante l’assemblea annuale dell’organizzazione. Parole che non cadono nel vuoto: ad ascoltarla c’è in prima fila, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che rilancia e rafforza i concetti: "Le politiche pubbliche, con lungimiranza, devono sostenere questi sforzi. Devono porre attenzione alle riflessioni, alle proposte di questi mondi", afferma il capo dello Stato. "Non va lacerato il tessuto dei piccoli esercizi, dei negozi storici delle città e dei paesi. La pluralità è un bene prezioso.

Presidente De Luise, che cosa sta succedendo sul fronte del commercio?

"Partiamo dai dati: nel 2024 sono spariti 3,2 miliardi di consumi rispetto alle stime nel Def di aprile. In 10 anni sono scomparsi 140mila negozi e con il crollo delle nascite in dieci anni le nuove aperture sono dimezzate: -52% sul 2014, -76% nel commercio ambulante, -40% per ristorazione e bar".

Colpa anche la concorrenza dei colossi del web?

"C’è un’enorme distorsione nella concorrenza. I negozi di vicinato non hanno la possibilità di competere con gli investimenti promozionali dei giganti della rete che, in più, operano con regole fiscali diverse, non pagano le tasse nel territorio dove operano sottraendo lavoro alle nostre imprese e incassi all’Erario. Soldi che potrebbero finanziare servizi essenziali, come la scuola, i trasporti, la sanità".

Non è anche l’effetto delle innovazioni tecnologiche?

"Non siamo contro le innovazioni, ci mancherebbe. Ma vogliamo regole uguali per tutti. Invece, sul web, assistiamo ad un autentico far west, ad una concorrenza sleale fra vendite scontate in contrasto con le norme e abusi di posizione dominante. Il Black Friday, ad esempio, rischia di prosciugare il Natale dei negozi: verrà acquistato un terzo dei regali e sei acquisti su 10 saranno sul web".

Nella manovra, però, è stata introdotta la web tax. Un segnale nella giusta direzione?

"Si, ma ad una condizione: bisogna assolutamente evitare che abbia un impatto negativo sulle piccole e medie imprese e deve essere concentrata sui colossi del web. Occorrono, comunque, investimenti per arginare la desertificazione commerciale dell’Italia salvaguardando gli esercizi di prossimità che svolgono anche un servizio "sociale" nei piccoli borghi che rischiano di essere abbandonati".

Dove si prendono i soldi?

"Proponiamo per chi apre nelle aree desertificate o a rischio desertificazione, un regime agevolato accompagnato da semplificazioni burocratiche. Gli interventi necessari potrebbero essere finanziati con un Fondo per la rigenerazione urbana, in cui dovrebbero confluire le risorse della rottamazione delle licenze ma anche un contributo delle grandi piattaforme internazionali, che detengono il 70% circa del mercato del commercio on-line".

Nella sua relazione ha sollevato, infine, il problema delle case vacanze.

"Nelle città a più alta densità turistica, tantissimi proprietari di immobili si sono letteralmente tuffati nel mercato dell’affitto breve. In dieci anni c’è stato un aumento del 200%, con un effetto in prospettiva devastante. I residenti nei centri storici si trasferiscono ed i servizi di base chiudono. Un fenomeno a cui occorre porre rimedio".