La competitività dell’Italia è frenata da quello che si potrebbe chiamare un "fisco zavorra". Ovvero i 36,6 miliardi di tasse pagate in più da cittadini e imprese del nostro Paese rispetto alla media europea, pari a 620 euro pro capite. Una penalizzazione in forte aumento rispetto ai 28,8 miliardi per 488 euro a testa del 2023.
A lanciare l’allarme su "oneri e ostacoli" che pesano su 4,6 milioni di piccole imprese è stata ieri Confartigianato durante la sua assemblea annuale nella quale Marco Granelli, rieletto alla vigilia dall’assemblea elettiva presidente per un altro mandato quadriennale fino al 2028, ha messo in primo piano anche il valore costituzionalmente riconosciuto delle attività artigiane. Un valore sottolineato anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, intervenendo all’assemblea, ha definito l’artigianato "un elemento di autenticità, un antidoto all’omologazione sociale" che "occupa un ruolo cruciale per le comunità. Le aiuta a funzionare meglio, difende i territori, offre prospettive di libertà, di autonomia, di creatività ai giovani". Insomma "essere artigiani non è un lavoro qualsiasi". Ma è sempre più un lavoro che deve fare i conti con un contesto economico e geopolitico difficile dove sono i fardelli che, ha evidenziato Granelli, pesano sulle spalle delle Pmi. Fardelli ai quali oggi si è aggiunto anche l’impatto dei conflitti, con la guerra in Ucraina che alle imprese è costata 155 miliardi con 13,4 miliardi di mancato export verso Russia e Ucraina, 78,9 di maggiore costo per l’acquisto di energia dall’estero e 44,3 di maggiori oneri finanziari a causa dell’aumento dei tassi.
Ma a pesare è anche la "batosta del caro bollette, 11,8 miliardi più della media Ue" mentre la burocrazia è vissuta dalle imprese sempre più come una barriera (il 73% lamenta la complessità delle procedure, il 78% si sente ostacolata dai continui cambiamenti legislativi) e "a complicare la vita degli imprenditori è anche la difficoltà ad assumere" che sale al 47,5% del personale necessario, pari a 204.790 posti di lavoro. Anche in questo caso, avverte Confartigianato, si tratta di una situazione che peggiora con un aumento del 2,8% in un anno.