Lunedì 30 Dicembre 2024
REDAZIONE ECONOMIA

Confartigianato: "Garantita la stabilità. Ora più aiuti alle Pmi"

Il presidente Granelli: accelerare con il Pnrr

Marco Granelli, parmense classe 1962, è. presidente di Confartigianato

Marco Granelli, parmense classe 1962, è. presidente di Confartigianato

La manovra è in porto: qual è il suo giudizio complessivo?

"La manovra – avvisa Marco Granelli, presidente di Confartigianato – coglie un obiettivo non facile, quello di mantenere l’equilibrio tra rigore e crescita. Si tratta di una scelta responsabile per garantire stabilità finanziaria e progressivo riallineamento dei conti pubblici, senza far mancare l’orientamento allo sviluppo. La manovra, però, va letta complessivamente con altri provvedimenti collegati, ben oltre il testo approvato".

Risponde alle attese dei vostri imprenditori?

"Nella manovra non è mancata l’attenzione agli artigiani e alle piccole imprese. Ora bisogna proseguire nell’impegno, dando attuazione a misure che ne sostengano le potenzialità poiché le Pmi rappresentano il 98% del sistema imprenditoriale e sono il motore della nostra economia".

A che cosa si riferisce?

"Mi riferisco alle riforme della Pa per ridurre gli oneri burocratici, del sistema fiscale per abbassare la pressione tributaria, del sistema degli incentivi. Così come è fondamentale accelerare l’attuazione del Pnrr. Sul fronte dell’accesso al credito, poi, servono interventi specifici per facilitare l’autofinanziamento delle Pmi, a partire da un miglior orientamento dell’azione del Fondo Centrale di Garanzia in favore delle imprese meritevoli che, tuttavia, continuano a subire un razionamento del credito bancario. Deve poi essere maggiormente valorizzato il sistema dei Confidi, la cui delega per la riforma è contenuta nell’annunciato testo della legge annuale sulle Pmi il cui esame da parte del Consiglio dei Ministri è iniziato il 23 dicembre".

Si poteva fare di più per le piccole imprese?

"Cito due aspetti. Sul fronte dell’Ires, si riduce la pressione fiscale per le società di capitali che investono nelle transizioni tecnologica ed energetica e assumono lavoratori stabili, escludendo però società di persone e imprese individuali che sono la maggioranza delle aziende italiane. Risulta inattesa, in secondo luogo, la penalizzazione per utilizzare il programma Transizione 4.0, proprio in questa fase critica in cui bisogna spingere sugli investimenti privati per aggredire la doppia transizione e reagire alla congiuntura negativa che sta vivendo il nostro manifatturiero di punta".

C’è, però, la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro dipendente.

"Senz’altro è una misura positiva. Apre ai consumi interni. Ma sul fronte del lavoro le imprese italiane hanno un grande problema: la carenza di manodopera. Quest’anno la percentuale di lavoratori difficili da reperire è aumentata al 47,9%. Nel frattempo abbiamo quasi 1 milione e mezzo di giovani inattivi tra 25 e 34 anni. Per questo è indispensabile investire nelle competenze professionali, anche per affrontare le transizioni green e digitali. È un aspetto-chiave per il futuro dei nostri imprenditori, ma anche dei giovani e del Paese".

Come si può affrontare il mismatch tra domanda e offerta di lavoro?

"Con politiche formative attente alle esigenze delle imprese. Potenziare l’apprendistato professionalizzante e incentivare l’alternanza scuola-lavoro sono passi decisivi per formare la forza lavoro necessaria alle nostre aziende. Contiamo molto sulla rapida attuazione della legge annuale per le Pmi che prevede anche la valorizzazione del trasferimento generazionale delle competenze".

Claudia Marin