Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE ECONOMIA

Concordato preventivo, arriva l'alert delle Entrate per chi non aderisce

La scadenza è fissata per il 31 ottobre. Chi non firma entro quella data, potrebbe essere sottoposto a controlli

Concordato preventivo, arriva l'alert per chi non aderisce

Concordato preventivo, arriva l'alert per chi non aderisce

Roma, 15 ottobre 2024 – Rush finale per il Concordato Preventivo Biennale, uno strumento che riguarda una platea potenziale di 2,7 milioni di partite Iva soggette a pagelle fiscali e ai professionisti che le assistono. La scadenza, per potervi aderire, è fissata al 31 ottobre 2024. Entro questa data i diretti interessati devono firmare il patto con l’Agenzia delle Entrate, grazie al quale sarà possibile determinare anticipatamente i redditi e le imposte che dovranno essere versate per il biennio 2024-2025. In caso contrario, i soggetti potrebbero essere sottoposti a controlli. L'operazione, che alcuni stimano sui 2 miliardi, è politicamente strategica. Serve per avere fondi e ridurre l'aliquota l'aliquota intermedia dell'Irpef dal 35 al 33%. E, poichè le risorse servono ora, il governo ha già fatto sapere che non ci saranno rinvii. Ma come funziona il concordato? E quali saranno i vantaggi?

Arriva l’alert per aderire

In questi giorni sta arrivando nei cassetti fiscali della potenziale platea interessata al concordato un alert dell’Agenzia delle Entrate con un monito molto preciso destinato a chi non sceglierà il concordato preventivo. In questo caso, si legge, “le Entrate e la Guardia di Finanza programmano l’impiego di maggiore capacità operativa per intensificare l’attività di controllo nei confronti dei soggetti che non aderiscono al concordato preventivo biennale o ne decadono”. Possono utilizzare questo strumento i titolari di partita Iva. Nel caso in cui il reddito dovesse essere superiore rispetto a quello concordato, non sarà soggetto a tassazione. Nel caso in cui, invece, gli introiti dovessero essere inferiori al 30%, il Mef prevede delle ipotesi per poter revocare quanto predisposto con l’Agenzia delle Entrate. E’ anche disponibile un software per conoscere in maniera molto semplice gli importi dovuti.

Gli indici di affidabilità e la flat tax

Ma come vengono calcolate le cifre? Il fisco ha indicato a ciascuno l'indice di affidabilità (Isa). Sotto i 6 punti non lo si è, tra 6 e 8 punti vengono segnalate anomalie, sopra gli 8 punti e con una pagella fino al 10 il fisco apre le sue porte ad agevolazioni, come gli esoneri da alcuni visti per la compensazione dei crediti o per i rimborsi. E se ci si vuole adeguare a questo livello l'aliquota si attestata tra il 15 e il 10%. In particolare è stata introdotta una flat tax a tre aliquote per ridurre l’impatto del maggior reddito che viene proposto dall’Agenzia delle Entrate. Sarà 10% per chi ha un punteggio compreso tra 8 e 10; al 12% per chi ha un punteggio compreso tra 6 e 8; al 15% per chi ha un punteggio inferiore a 6; L’aliquota della flat tax per i forfettari è al 10%, che scende al 5% per chi ha avviato l’attività da meno di cinque anni.

La sanatoria

Il concordato preventivo diventa anche retroattivo: grazie al ravvedimento speciale – che è stato introdotto in sede di conversione del Decreto Omnibus – ci sarà un condono per gli anni compresi tra il 2018 ed il 2022. I contribuenti, quindi, hanno la possibilità di regolarizzare eventuali pendenze di quel quinquennio. Nei cassetti fiscali stanno arrivando in questi giorni gli importi precalcolati per la sanatoria dei redditi 2018-2022 accompagnati però da un monito sulle conseguenze in caso di mancata adesione al concordato preventivo. Nel file pdf dell’agenzia delle Entrate sono, infatti, presenti le indicazioni dei possibili vantaggi dell’accordo biennale con il Fisco, tra queste anche l’«ulteriore opportunità» introdotta dalla conversione del Dl Omnibus che consente di sanare gli anni passati con una maggiorazione crescente in base al livello di inaffidabilità misurata dai punteggi Isa a cui si applica una imposta sostitutiva in base al voto delle pagelle fiscali. Chi non vuole avere problemi con in fisco potrà mettersi in regola pagando il 5-10% se si ha già un indice affidabile, il 20% se si è tra 6 e 8 punti, tra il 30 e il 50% se invece gli importi dai quali si parte sono di piena inaffidabilità.