Venerdì 27 Dicembre 2024
ANTONIO TROISE
Economia

Concessioni balneari: "Trattative con la Ue". Il piano del governo per far rinviare le gare

Ennesimo posticipo in Consiglio dei ministri, Bruxelles verso il deferimento. Domani sciopero dei bagnini. L’Emilia-Romagna: tuteleremo noi queste attività

Il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto

Il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto

Roma, 8 agosto 2024 – È rovente l’estate sul fronte dei balneari. Ieri, l’ennesimo rinvio durante il Consiglio dei ministri. Con gli esponenti della Lega che avrebbero puntato i piedi per ottenere almeno un segnale da Palazzo Chigi a favore dei balneari. Messaggio raccolto dal ministro Raffaele Fitto, che fra le altre deleghe ha anche quella dei rapporti con l’Unione Europea. Poche battute per ribadire che la trattativa con Bruxelles sta andando avanti, anche se "con le sue complessità". Qualche minuto prima, sempre fonti dell’esecutivo, facevano sapere che "a valle delle interlocuzioni con la Commissione Europea, in una delle prossime riunioni del Consiglio dei Ministri verrà esaminato e approvato il provvedimento di riordino delle concessioni demaniali ad uso turistico-ricreativo, al fine di stabilire un quadro giuridico certo per gli operatori e per le amministrazioni locali". Insomma, il governo continua a lavorare per smussare gli angoli e, soprattutto, per alleggerire la pressione di Bruxelles, che insiste sulla messa in gara delle concessioni già a partire dal 2025.

Ma la trattativa non si presenta per nulla semplice. Proprio ieri, dalla Commissione europea, è arrivato l’ennesimo altolà all’Italia dopo la risposta di Roma all’ultimatum sull’applicazione dell’ormai famosa direttiva Bolkestein: "Il parere motivato spedito all’Italia nel novembre scorso – fa sapere un portavoce dell’esecutivo comunitario – è solo l’ultimo passaggio prima di un possibile deferimento alla Corte di giustizia Europea". Non proprio un segnale distensivo. Fatto sta che la tensione delle associazioni di categoria cresce a vista d’occhio. Con tanto di proteste clamorose. Domani ci sarà uno "sciopero" degli ombrelloni di due ore negli stabilimenti italiani che aderiscono a Fipe Confcommercio e Fiba Confesercenti. Un’iniziativa che, in Toscana, sarà addirittura triplicata. Domani gli ombrelloni si apriranno solo alle 9 e 30, poi lunedì 19 alle 10 e 30 e, infine, giovedì 29 con uno stop di sei ore.

Sul piede di guerra anche l’assessore regionale per il turismo e il Commercio dell’Emilia Romagna, Andrea Corsini: "Il tempo delle promesse e delle chiacchiere è finito. Ora prendiamo noi in mano la situazione e portiamo i balneari verso un approdo sicuro". L’obiettivo è semplice: "Vogliamo scrivere e deliberare linee guida comuni e condivise per aiutare le amministrazioni costiere a fare le evidenze pubbliche e salvare così il comparto. Ci baseremo sul decreto Draghi per risolvere una questione che riguarda oltre 1.500 imprese, parliamo di intere famiglie".

Preoccupati anche i vertici di Confesercenti: "Bisogna finalmente decidere dopo venti anni di tira e molla anche se resta da vedere quale sarà l’intervento che il governo intende mettere in campo per garantire una soluzione equa e sostenibile per tutte le parti coinvolte". Secondo le indiscrezioni, l’esecutivo starebbe lavorando su due fronti. Il primo è quello comunitario, con l’aggiornamento delle mappe delle concessioni, con l’obiettivo di convincere Bruxelles sulla possibilità di un rinvio delle gare.

Il secondo, invece, è normativo, utilizzando tutti i possibili margini legali per garantire gli attuali concessionari e prevedere "clausole di salvaguardia" per gli stabilimenti che si reggono su imprese "familiari". Nel frattempo, dai consumatori, continuano ad arrivare bordate contro il rinvio delle gare: "Nonostante la situazione di evidente illegittimità delle concessioni, gli stabilimenti sono aumentati del 26% dal 2011 generando un business da 10 miliardi di euro annui, a fronte di appena 115 milioni di euro incamerati attraverso i canoni dallo Stato", sentenziano gli esponenti del Codacons.