Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE ECONOMIA

Con l’auto elettrica 3,8 miliardi di tasse in meno

Le auto elettriche rischiano di causare una perdita di 3,8 miliardi di introiti dalle accise allo Stato entro il 2030, secondo le previsioni dell'Unem. Il governo deve trovare soluzioni per bilanciare i conti, con possibili nuove tassazioni sull'energia verde. La diminuzione dei consumi petroliferi e la crescente importanza delle auto elettriche sono al centro del dibattito, anche nelle relazioni tra Cina e Unione europea.

Con l’auto elettrica 3,8 miliardi di tasse in meno

Con l’auto elettrica 3,8 miliardi di tasse in meno

Le auto elettriche rischiano di costare care allo Stato con una perdita di "3,8 miliardi di introiti dalle accise". Un dato allarmante che arriva dalle previsioni fatte da Gianni Murano (nella foto), presidente dell’Unem, Unione energie per la mobilità, durante l’assemblea annuale. Il tutto in vista del 2030. Obbligatorio quindi per il governo "far quadrare i conti", prosegue Murano. E come? I ministeri riflettono sul tema delle accise. Tra le possibilità la tassazione delle nuove forme di alimentazione verde o l’aumento del prelievo sulle ricariche elettriche. Ma di certo ciò che cambierà sarà il mercato: "In prospettiva i consumi petroliferi sono destinati a diminuire", stima Unem, con un calo di quasi 8 milioni di tonnellate di petrolio nel 2030, mentre i biocarburanti saliranno da 1,7 milioni a sei.

Le auto elettriche diventano così sempre più centrali nel dibattito. Un campo di battaglia anche nelle relazioni tra Cina e Unione europea. Dopo l’entrata in vigore dei dazi sulle auto cinesi Pechino ha annunciato un’indagine sulle batterie commerciali prodotte in Ue. Si scalda il confronto tra le parti con il rischio di dazi contrapposti.

Intanto, grazie a Forza Italia, in commissione Finanze del Senato è stato cancellato il redditometro. "Uno strumento ingiusto e datato. Finalmente va in soffitta", esulta Deborah Bergamini, vicesegretaria nazionale di FI. Poi in commissione parere favorevole ai correttivi alla delega fiscale con un incentivo per chi aderisce al concordato preventivo biennale e con il rinvio del versamento dell’acconto con le dovute rateizzazioni.