Martedì 16 Luglio 2024
LORENZO PEDRINI
Economia

L’80% dei computer e delle consolle contiene componenti false (e pericolose). Ecco come riconoscerle

Le inizicazione degli esperti sui pericoli e il modo di riconoscere la contraffazione nei sistemi tecnologici che sono entrati nella vita di tutti i giorni

L'80% di consolle e computer contiene componenti contraffatte

L'80% di consolle e computer contiene componenti contraffatte

Roma, 15 febbraio 2024 – Qualcuno ricorderà, nel pieno dell'epoca d'oro delle Vhs, lo spot anti-pirateria che precedeva buona parte dei film registrati su videocassetta. Se lo ricordate, oltre ad avere più di trent'anni, è perché l'equazione fra contraffazione e furto era (ed è) un concetto piuttosto potente. Oggi invece, nell'era delle app 'artigianali' che imitano programmi coperti da copyright, di software open-source di dubbia provenienza e della diffusione a macchia d'olio fra la popolazione di strumenti di programmazione un tempo in mano a pochi professionisti, il problema si pone in nuove forme. Senza godere, però, dell'attenzione mediatica che meriterebbe. E dire che, come riportato poche settimane fa dalla stampa statunitense di settore, l’esperto di tecnologia di Geonode, Josh Gordon, sostiene che l'80% dei nostri device “potrebbe essere compromesso, non da truffe via email o da hacker malintenzionati, ma da qualcosa di molto più sinistro che si nasconde all’interno dello stesso hardware: componenti falsi”. Da definizione giuridica, del resto, la contraffazione “è un reato che consiste nell’imitare un prodotto (anche un componente software o hardware, chiaramente) attraverso la replica non autorizzata dell’oggetto originale”. Con lo scopo, piuttosto ovvio, di porre il prodotto in commercio ad un prezzo inferiore rispetto a quello originale e di garantirsi un guadagno facendo leva sui minori costi di produzione, a loro volta legati all'utilizzo di materiali scadenti o di forza lavoro non adeguatamente tutelata. Su questo sfondo, parlando di informatica, diviene quindi indispensabile essere in grado di identificare i componenti falsi ed evitare di acquistarli, tanto per ragioni legali quanto per i potenziali in termini di prestazioni e sicurezza. E a farlo ci può aiutare un decalogo di buone pratiche pubblicato sul tema dal colosso giapponese Nintendo, che lamenta la potenziale contraffazione di un ampio ventaglio di prodotti sui quali detiene diritti esclusivi (dai controller delle sue console ai telecomandi della Nintendo Wii). Ebbene, le regole per identificare il falso, secondo quanto riportato sul sito web della multinazionale con sede a Tokyo, prendono in considerazione il prezzo dell'oggetto, “spesso molto inferiore al prezzo medio di vendita all'ingrosso o al dettaglio”, la mancanza di imballaggi completi o manuali d'uso all'interno della scatola, la presenza di stampe sfocate, sbiadite o scolorite sull'imballaggio e l'indicazione del prodotto come 'prodotto ricondizionato'. Da qui, viste anche le pubblicazioni di simile tenore che si possono trovare sulle pagine di altri pezzi da novanta del digital come Apple, Oracle, Microsoft o Ubisoft, discende la necessità di adottare una serie di (semplici) buone pratiche per mettersi al riparo da spiacevoli inconvenienti. Prima fra tutte, sempre secondo un esperto del tema come Gordon, l'acquisto di prodotti tecnologici dai soli “rivenditori e fornitori di fiducia”, previa verifica “della certificazione o dello status di rivenditore autorizzato” sui canali delle case di produzione. Poi, serve eseguire controlli di routine e usare regolarmente software di protezione come anti-virus e soprattutto anti-malware, per disinnescare ex-post possibili effetti indesiderati di componenti contraffatti utilizzati inconsapevolmente. Infine il consiglio è, in caso di sospetta contraffazione, di segnalarla tempestivamente all’autorità locale competente, aiutando così a contenere il mercato dell'illegalità. Perché “essere proattivi nell’identificare e mitigare i rischi è il segno distintivo di una sicurezza informatica efficace”.