Giovedì 21 Novembre 2024
GIULIA PROSPERETTI
Economia

Comprare a rate, l'operaio: "I debiti crescevano, tunnel senza fine"

La storia di Giovanni. "Mia moglie licenziata, io con lo stipendio ridotto: i soldi non bastavano più"

Pos per carte di credito

Pos per carte di credito

Roma, 18 settembre 2017 - Porte chiuse e la sensazione di essere entrato in un tunnel dal quale è impossibile uscire. «Ero disperato, non sapevo più a chi rivolgermi», inizia così il racconto di Giovanni L., operaio di Terni con una famiglia e una vita normale, che all’improvviso si è trovato sommerso dai debiti. «Stavo bene, pagavo regolarmente le mie tasse e le rate di diverse finanziarie – racconta Giovanni, ripercorrendo uno dei periodi più difficili della sua vita – ma a un certo punto la mia posizione economica è cambiata. Mia moglie ha perso il lavoro e pochi mesi dopo l’azienda dove lavoravo, e lavoro ancora come operaio, ha dichiarato il fallimento ed è stata assorbita da un’altra impresa».   Da quel momento per Giovanni e la sua famiglia sono iniziati i problemi. «Dopo trent’anni di lavoro, mi sono ritrovato con un contratto ripulito di tutti i benefit che avevo. Il mio stipendio che era buono e mi aveva sempre permesso di far fronte a tutte le spese, all’improvviso è diventato mediocre. Nel giro di due mesi mi sono accorto di non riuscire più a pagare le rate del mutuo e delle finanziarie che avevo sottoscritto per l’acquisto della macchina e dei mobili per la nostra casa». Giovanni, fiducioso, decide di rivolgersi alle banche. «Fino al giorno prima in banca ero un buon cliente e avevo tutte le porte aperte. Ma dal momento in cui ho fatto presente il cambiamento della mia condizione economica e ho chiesto di aiutarmi a trovare una soluzione per riuscire a continuare a pagare i miei debiti, mi hanno voltato le spalle». Per Giovanni è l’inizio di un incubo. «Hanno iniziato a saltarmi tutti i rid che avevo, così alle rate non pagate si sono aggiunte le bollette accreditate sul mio conto corrente il cui pagamento veniva rifiutato dalla banca». A quel punto Giovanni prova un’altra strada. «Mi sono rivolto alla finanziaria a cui pagavo le rate dei beni che avevo acquistato per un totale di circa novemila euro. Avevo fatto mille cose con la finanziaria perché io e mia moglie a fine mese arrivavamo tranquillamente. Ma anche lì, quando ho esposto i miei problemi mi hanno chiuso la porta in faccia».    Non sapendo come affrontare le spese di tutti giorni, Giovanni inizia a usare le carte revolving, uno strumento che permette di fare acquisti indipendentemente dai fondi disponibili sul proprio conto corrente ripagando poi il debito a rate. «Me le avevano regalate in banca e in quella situazione mi sono sembrate l’unica via d’uscita, avevano fino a seimila euro di fido. È solo quando inizi a usarle che ti accorgi che hanno dei tassi usurai. Una trappola senza fondo impossibile da saldare che mi ha fatto affondare ancora di più». La situazione si fa davvero critica e Giovanni investe tutti i risparmi della sua famiglia. «Quando i debiti aumentano succede che tu cerchi, comunque, di pagare tutto e per farlo ho tirato fuori fino all’ultimo centesimo che avevo da parte. Poi i risparmi sono finiti e la situazione non è cambiata. Così ho cercato un’associazione che mi potesse aiutare, che nel mio caso è stata Ufficio emergenza debiti, ma ce ne sono molte altre. Se non ci si rivolge a una struttura adeguata, singolarmente una persona non ne esce fuori e rischia di perdere tutto». E con ‘tutto’, Giovanni non parla solo dei beni materiali e della propria casa. «Quando non hai un’entrata economica sufficiente e i creditori che ti chiamano in continuazione usando toni forti, anche l’equilibrio della famiglia non è stabile e si rischiano rotture nel rapporto di coppia. Io e mia moglie per fortuna ne siamo usciti».