Roma, 18 luglio 2023 – SOS caldo infernale anche per lo smartphone. Che può diventare – letteralmente - bollente per svariati motivi, alcuni banali (lasciarlo al sole in macchina non è certo una buona idea) e altri dovuti all’utilizzo intensivo in situazioni già caldissime, come le temperature di questi giorni. Ovviamente, online si trovano mille tutorial su ‘cosa fare’ per raffreddarlo, ma non tutte le strade sono quelle giuste, anzi qualcuna può essere davvero dannosa.
Ricordare sempre una cosa: i device oggi sono davvero ‘smart’, e quando si surriscaldano troppo entrano in modalità sicura, lanciano un alert e si spengono.
Mai sotto il sole
La prima regola è sempre ‘prevenire è meglio che curare’. Quindi bisogna evitare, per quanto possibile, di utilizzare il cellulare sotto il sole: non solo si surriscalda per l’effetto diretto dei raggi solari e della temperatura esterna, ma richiede più energia ad esempio per mantenere lo schermo sufficientemente luminoso. Così diventa un circolo vizioso: più consumo di energia, più surriscaldamento. Un esempio classico è usare il cellulare come navigatore, posizionandolo sul cruscotto dell’auto (sotto il sole): mossa da evitare assolutamente, per non ritrovarsi con telefonino bollente e autobloccato in modalità sicura. Anche lasciarlo non riparato sotto l’ombrellone in spiaggia non è una buona idea.
Ridurre l’intensità d’uso
Anche in un ambiente più fresco, spingere troppo i limiti del cellulare causa surriscaldamento: videocall prolungate, video editing, giochi con grafica pesante, o anche vedere un film o una serie tv: sono tutti i casi che mettono sotto sforzo chip e non solo: anche utilizzarlo come hotspot per altri device aumenta il rischio calore.
Una cover di troppo
Certo, è fondamentale proteggere il cellulare da urti e cadute, magari con una cover ‘portafoglio’ che permette di portarsi dietro carta di credito e badge dell’ufficio. Attenzione però: le cover, specie quelle più spesse, non aiutano la dispersione del calore che l’utilizzo del telefonino può generale. Quindi se sentite che comincia a surriscaldarsi, una prima mossa immediata può essere ‘liberarlo’ dalla custodia.
Modalità risparmio energetico
‘Hai poca batteria, vuoi utilizzare la modalità risparmio energetico?’: lo smartphone ce lo chiede quando scendiamo al di sotto di una certa carica residua. Contro il surriscaldamento, anche a batteria carica, attivare la modalità ‘risparmio energetico’ fa sì che l’apparecchio sviluppi meno calore. Significa in molti casi disattivare il 5G e avere schermi meno luminosi, quindi far funzionare il tutto con meno intensità e meno riscaldamento.
Mettilo al fresco
Nonostante le precauzioni, il cellulare si è surriscaldato. E adesso? Ovviamente, smettere di usarlo e poi sistemarlo in un punto fresco. Senza cadere nella soluzione apparentemente più semplice, che in realtà è una trappola: mai metterlo in frigorifero. E anche sotto un getto diretto di aria condizionata non è proprio la migliore delle idee.
Mai in frigorifero, perché?
Perché mettere una cosa molto calda in un ambiente molto freddo può creare condensa. Certo, se parliamo di una zuppa bollente messa nel ripiano del frigo, la condensa non è un problema, ma se si crea all’interno del cellulare qualche contraccolpo può darlo.
E sotto l’acqua fresca?
Se avete deciso che il vostro cellulare non vi piace più, accomodatevi. In caso contrario, sappiate che anche se molti produttori garantiscono il cellulare come impermeabile (con opportuna copertura!) fino a una certa profondità, e non sotto un getto d’acqua corrente.
Quindi, cosa posso fare?
Metterlo sulla superficie più fresca che trovate, lontano da finestre e altre fonti di calore, senza cover, e aspettare. Le scorciatoie sono pericolose.
Ma può esplodere?
No, perché hanno quel sistema di auto protezione e si spengono. Però il surriscaldamento fa invecchiare precocemente sia la batteria che i componenti che costituiscono gli smartphone.
La parola all’esperto
“Il rischio di esplosione non c'è – spiega Luigi Piegari, professore di convertitori, macchine ed azionamenti elettrici del Politecnico di Milano - dopo gli episodi di qualche anno fa di una nota azienda tecnologica oramai gli smartphone hanno un sistema di auto-protezione per cui si spengono”. Per le batterie al litio che sono all'interno di tanti dispositivi che usiamo quotidianamente, dagli smartphone agli smartwatch, dai tablet ai computer portatili, il rischio “fiammata”, aggiunge Piegari, resta per “un urto meccanico” o per temperature superiori ai 95 gradi per cui si innesca una reazione che si chiama “thermal runaway”.
Cosa vuol dire che la batteria ‘invecchia’?
“In base alla legge di Arrhenius - osserva ancorail professor Piegari - l'invecchiamento all'incirca raddoppia ogni 10 gradi. Per cui, se uno smartphone è sottoposto per una settimana a temperature di 50 gradi, è come se fosse stato utilizzato per due mesi”. Inoltre, il calore impatta anche sulla centralina elettronica delle auto tradizionali e sulla batteria che si scarica rapidamente.
Vale anche per la tv e il pc di casa?
Surriscaldare i componenti non fa mai bene, ma gli elettrodomestici di casa hanno meno problemi in quanto non esposti (si spera) al sole diretto. Lasciarli accesi inutilmente comporta però dei rischi di surriscaldamento, oltre a uno spreco energetico.