Venerdì 27 Settembre 2024

Come investire in una start up AI: guida alla scelta giusta

Le start up AI: nuovi colossi economici

Come investire in una start up AI - Crediti iStock Photo

Come investire in una start up AI - Crediti iStock Photo

Roma, 24 settembre 2024 – Il forte sviluppo digitale e tecnologico degli ultimi anni sta radicalmente cambiando tutti i mercati, con gli investitori che sempre più decidono di impegnare le loro risorse su attività che fanno dell’uso e dello sviluppo dell’intelligenza artificiale il proprio driver. Il risultato è che molte aziende, inesistenti fino a soli 10-15 anni fa, sono diventate rapidamente dei grandi colossi economici mondiali, a discapito delle realtà economiche che male, o in ritardo, hanno compreso il cambio di passo imposto dal mercato. Sulla punta dell’iceberg dell’intelligenza artificiale troviamo giganti del settore tech, come Meta, Google e Amazon, anche se è sotto tali realtà che si trovano molte start-up innovative che, potenzialmente, potrebbero presto diventare degli attori molto importanti del mercato. È su queste società che un investitore che intende massimizzare i propri investimenti deve puntare, avendo cura di selezionare nella maniera più corretta e profittevole possibile.  

La guida per investire sulle start-up

Una guida all'investimento in start-up innovative non può non partire che da un concetto di fondo, ovvero che questo tipo di attività è solitamente ad appannaggio di investitori istituzionali molto specializzati. Tuttavia, i numerosi casi di successo degli ultimi anni, hanno spinto sempre più investitori privati a muoversi verso le start-up innovative ricorrendo al venture capital.

Tutti cercano la nuova Google o Amazon, spesso sbagliando il soggetto sul quale nutrono speranze, motivo questo che rende necessario analizzare ex ante l’investimento e valutarne i rischi e i limiti.

Investire in una start-up vuol dire acquisire le sue azioni nelle prime fase della sua crescita nella speranza che, nel tempo, le somme impegnate possano condurre a dei ritorni maggiori dati dall’aumento della prosperità della realtà economica. Va preso in considerazione anche il caso inverso, ovvero che la start-up non riesca a svilupparsi come ipotizzato o che, peggio, fallisca. In questa fattispecie l’investitore ha una perdita.

Ci sono diversi modi per investire su una start-up, sostanzialmente riassumibili in questi tre scenari:

- investimento diretto nelle quote dell’azienda. Si tratta di un’opzione molto consigliata dai consulenti, ma che tuttavia è ideale solo per chi ha una grande quantità di fondi da investire o ha un contatto diretto con i fondatori della start-up stessa;

- investimento online, solitamente svolto attraverso piattaforme di equity crowdfunding o di co-investimento. Tale scenario rappresenta la situazione ideale per gli investitori retail con risorse più limitate;

- investimento attraverso fondi, con lo stesso che seleziona una serie di start-up ritenute di valore. La gestione è affidata a professionisti, con l’investitore che decide di dare loro dei fondi da far crescere. L’investimento sarà sicuramente diversificato e più liquido rispetto ai casi precedenti, con chi impegna le somme che, di fatto, si affida a una gestione terza del proprio denaro.  

L’importanza della diversificazione

Per investire con successo nelle start-up è necessario assicurarsi di aver opportunamente diversificato il proprio portafoglio in precedenza. Essere verticali su un solo investimento, infatti, espone al rischio concreto di fallimento che, in caso di start-up, non può mai essere del tutto escluso o mitigato. È necessario dunque investire in diverse asset class divise per regioni e settori, con l'approccio alla gestione del rischio che deve essere di natura olistica.

Altro aspetto fondamentale da tenere in considerazione quando si investe nelle start-up è non inseguire il facile abbaglio della speculazione sulla prossima grande azienda del settore tech. Nella maggior parte dei casi, dunque, impegnare del denaro su un start-up deve essere inserito in una strategia di gestione del portafoglio molto diversificata, con una sola parte minoritaria dei propri asset che può essere destinata a questo tipo di investimento rischioso. Servono, infatti, anche degli investimenti più sicuri in portafoglio per poter controbilanciare eventuali scossoni causati da potenziali perdite sulle start-up.  

I rischi dell’investire sulle start-up

Quando si decide di investire in una start-up è bene tenere in considerazione i rischi legati a questo tipo di attività. Anzitutto è necessario sapere che si tratta di operazioni contraddistinte da una scarsa liquidità, motivo questo che non la rende un’opzione ideale per chi ha necessità di ottenere un ritorno immediato del capitale investito.

E ancora, un rischio dell’investimento sulle start-up è legato al fatto che, anche se questa dovesse riuscire a superare la fase di crescita iniziale, non è facile riuscire a individuare il momento nel quale si potrà ottenere un profitto dall’investimento effettuato. Anche in questo caso, dunque, potrebbero essere richiesti dei tempi molto lunghi.

In ultimo, c’è la difficoltà di riuscire a comprendere in fase d’investimento quale potrà essere il valore a lungo termine dell'azienda. Se tale discorso vale per tutti gli investimenti, lo è ancor di più per le start-up innovative, in quanto non è sempre agevole trovare dei casi simili sul mercato cui poter fare riferimento.  

Investire sulle start-up innovative, quale scegliere?

Molto del ritorno dell’investimento su una start-up innovativa dipende da un’accurata selezione della stessa da parte di chi impegna le proprie risorse. Non è possibile in questo caso affermare in maniera univoca una legge da seguire, anche se possono essere presi in considerazione alcuni fattori abbastanza comuni. Andranno nello specifico analizzati:

- il team di lavoro della start-up, valutando l’esperienza dei fondatori e del team e le loro capacità di poter generare un profitto per gli investitori;

- il modello di business o di reddito scelto, se questo è innovativo e dirompente e quali potranno essere le sue possibilità di generare un profitto;

- il mercato di riferimento, con specifica attenzione al suo potenziale di crescita, alle opportunità che offre e alle sue dimensioni;

- la dipendenza della start-up dai finanziamenti, ovvero quanta autonomia economica ha per potersi muovere;

- il momento della start-up innovativa, cioè se questa è fortemente appetibile per i clienti o è in una fase di difficoltà nella raccolta dei finanziamenti.

Interrogarsi sui punti elencati non assicura la redditività di un investimento in start-up innovativa, ma sicuramente fornisce la possibilità di effettuare delle operazioni in maniera consapevole evitando di incappare in sciocchi errori di valutazione.  

Investire sulle start-up porta a sgravi fiscali

Un aspetto di certo non secondario per gli investitori è dato dalle agevolazioni fiscali per chi impegna dei capitali sulle start-up. Così come previsto dalla legge, queste tipologie di investitori possono contare su una detrazione Irpef del 50% se mantengono l’investimento per almeno tre anni. Nel caso delle start-up innovative, l’agevolazione dell’investimento ammonta a un massimo di 100mila euro l’anno.