Venerdì 19 Luglio 2024

Come investire al meglio nel secondo semestre 2024

Cosa dicono gli analisti in merito agli investimenti del secondo semestre del 2024: su cosa conviene puntare

I migliori investimenti per la seconda metà del 2024 - Crediti: iStock

I migliori investimenti per la seconda metà del 2024 - Crediti: iStock

Roma, 19 luglio 2024 – L’attuale contesto economico ha visto, nella prima metà del 2024, la crescita esponenziale delle Big tech Usa (+ 22,2 per cento), così come del valore dell’oro e del petrolio. All’avvio del secondo semestre 2024 viene da chiedersi se il trend rimarrà lo stesso o se, invece, ci saranno delle sostanziali novità. Iniziamo subito col dire che lo scenario prossimo potrebbe cambiare di molto, soprattutto in relazione al fatto che la Banca centrale europea ha iniziato a tagliare i tassi di interesse e ulteriori due sforbiciate sono attese entro la fine dell’anno. I venti contrari sull’universo obbligazionario, dunque, si starebbero calmando, con anche la Federal reserve americana che, seppur con maggiore cautela, sarebbe pronta a tagliare i tassi.  

Su cosa investire nel secondo semestre 2024

Oltre ai già citati titoli obbligazionari, gli interessi degli investitori per il secondo semestre 2024 sono rivolti anche a quanto potrebbe avvenire in Borsa. Attualmente, la maggior parte dell’azionariato, ben il 70 per cento, è concentrato solo negli Stati Uniti, con il settore tecnologico che la fa da padrone.

Un terzo del paniere statunitense, infatti, è rappresentato dai titoli di Nvidia, Meta, Microsoft e Amazon, Alphabet e Apple. Vista la crescita del 22,2 per cento nei primi sei mesi dell’anno dei titoli delle Big tech Usa viene da chiedersi se il trend troverà conferma anche nel secondo semestre del 2024.

Secondo Luca Simoncelli, investment strategist di Invesco, le suddette aziende “potrebbero andare incontro a qualche possibile vuoto d’aria”. “Se la volatilità sale - ha aggiunto - potrebbe portare a nuove prese di profitto, innescando ulteriori flussi di vendita da parte degli investitori sistematici”. Per Simoncelli, dunque, nella seconda parte del 2024 potrebbe essere più profittevole investire su altro: “L’Europa e i mercati emergenti asiatici stanno facendo bene, anche l’Italia, con i titoli bancari. Si può guardare anche a settori difensivi, come la cura della salute, accanto a quelli finanziari, energetici e industriali. Fino alle small cap: a quel punto la rotazione sarà maturata”.  

Investimenti secondo semestre 2024: la tecnologia

Come detto, la maggior parte degli investimenti dall’inizio del 2024 ha interessato il mondo della tecnologia, anche se per il futuro si pensa che questo settore possa essere soggetto a uno scarso margine di sicurezza.

Per Donatella Principe, director market and distribution strategy di Fidelity International, “i risultati della tecnologia sono molto distanti da quelli di tutti gli altri settori. Se nel 2024 è attesa una crescita dei profitti nell’ordine del 10 per cento su scala globale, per il tech si prevede un passo molto più veloce, 25 per cento. La buona visibilità sulla dinamica degli utili e l’assenza di leva finanziaria, che lo rende meno vulnerabile allo scenario di tassi più alti, più a lungo, spingono gli investitori a rimanere posizionati qui”.

Questa crescita esponenziale, tuttavia, non avrebbe i necessari margini di sicurezza per Donatella Principe, tanto che a far crollare il castello di carte venutosi a creare potrebbe bastare un semplice scricchiolio. “E se ci rendessimo conto che per portare l’Ai nelle case abbiamo bisogno di investimenti enormi, fuori dalla portata degli stati e dei colossi tech? - si chiede Donatella Principe - O che questo richiede una bolletta energetica che non possiamo permetterci di pagare? O una quantità di chip che non siamo in grado di produrre?". Partendo da questi dubbi, la director market and distribution strategy di Fidelity International ha sostenuto che ”ad andare avanti saranno comunque i temi legati alla digitalizzazione del settore manifatturiero e allo smantellamento delle catene di fornitura globali: sulla tecnologia bisognerà essere più selettivi, d’ora in avanti”.

A quanto detto, Principe aggiunge che date per certe le grandi potenzialità dell’intelligenza artificiale generativa, non è chiaro al momento come le stesse possano portare, in tempi brevi, all’aumento della produttività e alla nascita di innovativi modelli di business.  

L’oro, il bene rifugio anche nel secondo semestre 2024

Nello scenario di possibile volatilità delle obbligazioni e fragilità del settore tecnologico, vi sono stati nei primi sei mesi dell’anno dei beni rifugio che hanno fornito delle prestazioni del tutto inattese. Tra questi c’è l’oro che, anche nella seconda metà dell’anno, potrebbe fornire dei risultati molto buoni. Il rialzo dei tassi avrebbe dovuto affossare l’oro che, invece, ha dimostrato una grande resilienza e stupito anche gli investitori più navigati.

Secondo Carlo Alberto De Casa, analista di Swissquote, oggi i prezzi dell’oro “sono elevati, ma credo che l’oro sia destinato a restare sopra quota 2.000 dollari. Non vedo spazio per una caduta importante”. Si ricorda che il metallo ha battuto in questi mesi molti record storici, arrivando a valere lo scorso maggio 2.400 dollari l’oncia. Da gennaio 2024 la crescita è stata del 13 per cento.

I pericoli, comunque, non mancano anche nel caso dell’oro. A penalizzare il valore del metallo nella seconda parte del 2024 potrebbero essere principalmente due fattori:

- il primo interessa i tassi di interesse. Se questi dovessero continuare a essere alti ancora per un lungo periodo, l’oro potrebbe essere penalizzato e a risentirne sarebbero coloro che hanno investito sul metallo per ottenere un flusso di reddito dai propri investimenti. Gli stessi, in presenza di risultati diversi dalle aspettative, potrebbero decidere di virare su altro, come ad esempio i titoli di Stato; - il secondo è rivolto al ruolo della Cina che, a maggio 2024, ha posto fine agli acquisti di oro che andavano avanti da ben 18 mesi.

Ai fattori di rischio elencati si contrappongono tuttavia dei punti di forza per l’oro. Anzitutto le banche centrali continuano a fornire un supporto molto solido, con i dati che lo confermano. Così come sostenuto dal World Gold Council, ben il 29 per cento dei rappresentanti delle banche centrali si è detto interessato ad aumentare, entro i prossimi 12 mesi, le proprie riserve di oro. E ancora, ben il 70 per cento dei soggetti intervistati si aspetta che entro i prossimi cinque anni le riserve detenute dalle banche centrali possano aumentare, con l’operazione che andrebbe a discapito soprattutto del dollaro statunitense.

Per Carlo Alberto De Casa, “se questa componente della domanda iniziasse a riprendersi stabilmente, darebbe una mano. Magari capiterà a fronte di un aumento della volatilità sulle Borse”.