Avete presente il barattolo di latta in cui la nonna conservava le monetine per giocare a carte con le amiche? O, più semplicemente, il porcellino in cui facciamo riporre ai bambini gli spiccioli della paghetta? Ecco, nel caso voleste svuotare il primo o rompere il secondo, serve fare un po' di attenzione. Perché cambiare i denari metallici in banconote sonanti, nonostante tutta la tecnologia che ci circonda, potrebbe rivelarsi una piccola odissea. Davanti a chi si trovi in mano un bel gruzzoletto di 'ramini' o monete di tagli più grandi e intenda convertirlo in soldi cartacei, infatti, si apre un vasto ventaglio di strade. Tutte, badate bene, più o meno tortuose e più o meno complicate da percorrere.
Il primo (e forse più rapido) metodo da seguire potrebbe senz'altro essere portare il nostro tesoretto nella hall di uno dei molti supermercati in cui troneggia una macchinetta cambiamonete della società statunitense Coinstar (ce ne sono più di 200 sparse per l'Italia), la quale emette voucher convertibili in denaro alle casse. E il vantaggio evidente, in questo caso, sta nel fatto che le macchinette in questione accettano monetine di qualunque taglio (1 e 2 euro, ma anche 1, 2, 5, 10, 20 e 50 centesimi). Senza peraltro necessitare dei famigerati blister in cui raccoglierle, dal momento che le possiamo infilare a manciate nella bocchetta (non troppo in fretta, però, poiché altrimenti il meccanismo si incepperà). Il grande svantaggio, però, è che la commissione richiesta sarà pari al 9,9% della cifra totale, costringendoci a lasciare a Coinstar un euro ogni dieci faticosamente raccolti. Poi, in teoria, esisterebbe l'opzione (sconsigliabile) Poste Italiane. E non ci sentiamo di consigliarla non perché non sia consentito cambiare monete presso gli uffici postali, ma in quanto il regolamento dell'azienda, precisamente all'articolo 11, stabilisce testualmente un “obbligo di accettare monete metalliche denominate in euro in un singolo pagamento limitato al numero di cinquanta monete metalliche”. E, secondariamente, perché in Posta (come del resto in molti istituti bancari) spesso ci chiederanno quegli incarti tubolari per l'ordinamento degli spiccioli. Facendoci perdere, se non denaro, quantomeno tempo prezioso. E facendocelo perdere, ribadiamo, per il misero ammontare di 50 monetine alla volta. In nostro soccorso, detto che agli sportelli bancari spesso si richiedono i blister come in Posta (nonostante limiti più elevati di monete scambiabili volta per volta), giunge invece la Banca d'Italia. Con i distaccamenti di Palazzo Koch che permettono sia di “sostituire banconote e monete in euro danneggiate” sia di “cambiare banconote e monete in euro con altre di taglio diverso”. A potere usufruire del servizio, infatti, sarà sia chi si trovi “in possesso di banconote in euro logore o comunque danneggiate, cioè sporche, macchiate o accidentalmente scolorite, oppure 'mutilate' di una parte di norma inferiore alla metà del biglietto” sia chi abbia in mano “monete in euro danneggiate” e chi “desideri banconote di taglio diverso o voglia cambiare le monete in banconote (o viceversa)”. Proprio quello che fa al caso nostro, dunque, con il solo incomodo dato dal fatto che “la richiesta di cambio taglio di un numero di monete superiore a 500 pezzi può non essere effettuata a vista allo sportello, ma completata in un momento successivo”. In tal caso, quindi, Bankitalia “raccomanda all'esibitore di consegnare allo sportello le monete compilando una distinta di versamento e sottoscrivendo una manleva con cui accetta, senza alcuna eccezione e riserva, il risultato delle verifiche di dettaglio effettuate successivamente dalla Filiale della Banca d'Italia in sua assenza”. Questo ai fini, finalmente, dell'agognato “riconoscimento del controvalore in contanti o tramite bonifico su c/c”. In coda, infine, tornando alle banche aggiungiamo che presso diversi Atm di nuova generazione di Intesa Sanpaolo e Unicredit potremo anche versare anche le monete direttamente dallo sportello, recandoci a una una cassa veloce. Ma anche qui gli sportelli accetteranno solo un massimo di 100 monetine alla volta, solamente a patto che siano dei tre tagli maggiori (50 centesimi, 1 euro e 2 euro).