Quota 104 e non più 103, con l’aggiunta di penalizzazioni sull’importo dell’assegno per chi vorrà andare in pensione con questo canale nel 2024. E con premi, sotto forma di aumento dello stipendio, per chi deciderà di restare. Conferma, a sorpresa, di Opzione donna, ma con aumento dell’età a 61 anni per farvi ricorso, e conferma dell’Ape sociale. Possibilità di riscattare i periodi non coperti da contribuzione, ma anche doppia operazione sulle pensioni totalmente contributive per i Millennials della riforma Fornero: da un lato riduzione dei requisiti per evitare ai giovani di dovere attendere almeno 70 anni per lasciare il lavoro, dall’altra, però, aumento dell’importo dell’assegno da maturare per andare via in anticipo. Il tutto accompagnato dalla conferma dell’attuale meccanismo di adeguamento degli assegni all’inflazione (100 per 100 fino a 2.100 euro circa), salvo l’incremento dal 90 all’85 per cento della rivalutazione per le prestazioni tra 4 e 5 volte il minimo Inps. Mentre scende al 22 per cento (con un taglio rispetto al 32 delle norme vigenti) per quelle più alte, ovvero sopra 10 volte il minimo, pari a circa 5.000 euro al mese.
QUOTA 104
CON PENALIZZAZIONI
La scarsità di risorse destinate alla flessibilità in uscita ha determinato la mancata conferma delle formule previste per l’anno in corso, ma di dover stringere i bulloni ulteriormente. Da qui il passaggio da Quota 103 (composta da 62 anni di età e 41 di contributi) a Quota 104 (composta da 63 anni di età e 41 di contributi). Ma, a ridurre la platea dei possibili candidati a lasciare il lavoro, oltre che l’aumento di un anno dell’età contribuirà sicuramente anche il doppio meccanismo penalizzazionipremi per coloro che andranno via o che resteranno al lavoro. Per i primi sarà previsto un taglio dell’assegno con l’applicazione di un coefficiente che riduce il peso della quota retributiva e di fatto produce un ricalcolo dell’assegno con il sistema interamente contributivo. Per i secondi, al contrario, verrà confermato il bonus valido anche quest’anno che prevede un incremento in busta paga di circa il 10 per cento, pari ai contributi a carico del lavoratore che non saranno più versati all’Inps.
APE SOCIALE
Nessuna stretta sull’Ape sociale. Sarà possibile accedere al meccanismo per tutto il 2024 con 63 anni e 5 mesi invece degli attuali 63 anni. Per i disoccupati, le persone con invalidità almeno del 74%, i lavoratori impegnati in attività gravose e i lavoratori che assistono persone con handicap. Nessun incremento per i contributi richiesti.
CONFERMATA
OPZIONE DONNA
La bozza non prevede, come era stato anticipato, l’eliminazione di Opzione donna. Le donne lavoratrici con almeno 35 anni di contributi entro il 2023 potranno accedere alla pensione con Opzione donna purché abbiano compiuto 61 anni, requisito ridotto di un anno per ogni figlio fino a un massimo di due. L’importo della pensione sarà ricalcolato interamente con il metodo contributivo. Restano le restrizioni previste nel 2023 (bisogna essere disoccupate, caregiver o con una invalidità almeno del 74%) così come rimane la finestra mobile di un anno per le dipendenti e 18 mesi per le autonome una volta raggiunti i requisiti per ottenere l’assegno.
LE PENSIONI
DEI MILLENNIALS
Per i lavoratori che hanno cominciato a versare contributi dal 1996 sale l’importo minimo maturato necessario per poter accedere alla pensione tre anni prima dell’età di vecchiaia. La soglia - secondo quanto prevede la bozza della manovra - a fronte di almeno 20 anni di contributi versati sale da 2,8 a 3,3 volte l’assegno sociale. In pratica, secondo i valori riferiti al 2023 da 1.409 euro a 1.660. Salta invece il limite di 1,5 volte l’assegno sociale per l’accesso alla pensione a 67 anni con 20 anni di contributi. Basterà avere raggiunto l’importo dell’assegno sociale (503,27 euro nel 2023). Sempre per i Millennials viene previsto, però, di riscattare 5 anni non coperti da retribuzione (post 1996). Può farlo anche il datore di lavoro e in questo caso il costo è deducibile.
SPERANZA DI VITA
DI NUOVO IN CAMPO
La speranza di vita, applicata al requisito per la pensione anticipata torna a correre dal 31 dicembre 2024 anziché dal 31 dicembre 2026. Dal 2025 potrebbero non bastare più 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne.