È partita una class action da 60 milioni di euro contro Apple, con l’accusa di obsolescenza programmata degli iPhone. L’iniziativa è dell’associazione di consumatori europea Euroconsumer e in Italia è stata presentata da Altroconsumo, chiedendo un risarcimento di almeno 60 euro in media per i proprietari di iPhone 6, 6 Plus e 6S Plus. "I consumatori si aspettano prodotti di qualità sostenibile, quando acquistano gli iPhone Apple", spiega Els Bruggeman, capo del settore policy e tutela di Euroconsumer.
"Sfortunatamente, ciò non è accaduto con la serie iPhone 6". La replica è immediata: "Non abbiamo, e mai avremmo, fatto alcuna cosa per abbreviare intenzionalmente la vita di qualsiasi prodotto Apple o degradare l’esperienza dell’utente per spingere il consumatore a un upgrade", commenta Apple alla notizia della class action, assicurando il suo impegno a realizzare "iPhone che durino il più a lungo possibile".
Euroconsumer, la maggiore organizzazione di consumatori (1,5 milioni) del mondo, di cui Altroconsumo fa parte, coordina azioni legali simili anche in Belgio e Spagna. "Questa nuova azione legale è l’ultima nella nostra lotta all’obsolescenza programmata in Europa", precisa Bruggeman. Non basta: Euroconsumer sta progettando di lanciare una class action anche in Portogallo, nelle prossime settimane. "I clienti americani hanno ricevuto un risarcimento e gli europei vogliono essere trattati con la stessa equità".
I possessori di iPhone 6 erano stati sollecitati, nel settembre 2016, a installare il nuovo sistema operativo iOS 10, pensato per l’iPhone 7, senza che i loro dispositivi avessero una serie di requisiti necessari per supportarne le funzionalità, riducendone le prestazioni reali. Per questo caso, Apple è stata multata per 10 milioni di euro dall’Antitrust italiana nel 2018. Lo scorso marzo, Apple ha accettato di pagare fino a 500 milioni di dollari in compensazioni per accomodare la disputa negli Usa, continuando a negare di aver agito in maniera intenzionale. Pochi mesi dopo, sempre Oltreoceano, la multinazionale ha pagato 113 milioni di dollari per chiudere il ricorso mosso da una coalizione di 33 Stati americani, che accusavano l’azienda di aver rallentato gli iPhone per mascherare problemi di batteria.