Milano, 29 maggio 2024 – Pirelli si prepara a essere sempre meno cinese. Dopo che nel 2015 ChemChina aveva messo le mani sull’azienda di pneumatici italiana ora, con i mutati equilibri internazionali e la “resistenza” italiana a cedere il controllo di aziende strategiche, i cinesi di Silk Road Fund si preparano ad uscire da Pirelli. Il fondo, che detiene la sua partecipazione, circa il 9%, attraverso PFQY, hanno avviato un collocamento accelerato presso investitori professionali coordinato da J.P. Morgan, con BofA Securities, J.P. Morgan, HSBC come joint bookrunner.
La quota, circa 90,2 milioni di azioni, è valutata tra 560 milioni e 605 milioni di dollari, intorno a 5,69 euro per azione (con uno sconto di circa l'8% sul prezzo di Borsa).
Una decisione che pare legata a quanto successo nell’ottobre scorso in relazione al controllo al gruppo della Bicocca. In quella circostanza Pirelli aveva reso noto che era venuto a scadenza e non rinnovato un patto parasociale con Pechino, mossa che rappresentava una prima conseguenza delle misure adottate dal Governo italiano sul Golden Power.
Il patto, denominato “contratto azione di concerto” vincolava solo una parte del pacchetto di Silk Road e precisamente il 5%, ma serviva a portare di fatto il pacchetto di controllo del socio cinese dal 37% al 42% effettivo. Una mossa che secondo gli analisti poteva essere il preludio a una vendita agli investitori.
L’ingresso dei cinesi in Pirelli risale al 2015 quando viene annunciata la vendita del pacchetto di maggioranza di Pirelli da Camfin alla società cinese ChemChina. In seguito al successo dell'OPA obbligatoria, con il conseguente delisting del titolo, Marco Polo Industrial Holding S.p.A., società controllata da ChemChina e partecipata da Camfin e da Long Term Investments Luxemburg, fondo d'investimento di proprietà della russa Rosneft, diventa l'azionista unico di Pirelli.
Una proprietà cinese che, inizialmente salutata con favore, aveva poi suscitato non pochi timori dell’ex presidente (fino al 2015 appunto) e amministratore delegato di Pirelli, Marco Tronchetti Provera. Durante un’audizione alla presidenza del Consiglio del 6 giugno del 2023 l'imprenditore aveva lanciato un allarme, sostenendo che "i cinesi sono pericolosi" e che il Partito comunista è una minaccia per Pirelli. Il dipartimento Golden power si è quindi attivato per proteggere il futuro di una delle più grandi realtà industriali italiane.
In parole povere la Golden Power è un istituto che permette al Governo Italiano di dettare specifiche condizioni e limiti al controllo straniero di aziende di settori considerati strategici per il Paese.