Giovedì 21 Novembre 2024
ELISA SERAFINI
Economia

Cina vs Banca Mondiale: è scontro sulla ristrutturazione del debito per i Paesi emergenti

Usa e Occidente chiedono alla Cina di ridurre il debito contratto dai Paesi in via di sviluppo. Pechino non ci sta e chiede uno sforzo equivalente o superiore, anche dagli organismi multilaterali

Kandy, città dello Sri Lanka, Paese che ha ottenuto un accordo sul debito dalla Cina

Kandy, città dello Sri Lanka, Paese che ha ottenuto un accordo sul debito dalla Cina

Roma, 19 ottobre 2023 – Il Governo cinese ha proposto alla Banca Mondiale di ridurre il peso del debito contratto da Paesi in via di sviluppo che si trovano oggi in difficoltà a ripagarne importi ed interessi. In una condizione globale di forte fragilità, a causa degli effetti della pandemia, dei conflitti e dell’innalzamento dei tassi, diversi Paesi rischiano il default su prestiti concessi attraverso diversi canali di finanziamento, tra cui i prestiti di organismi multilaterali, come Imf e World Bank ma anche bilaterali, come quelli offerti dal Governo Cinese, oggi il più grande creditore bilaterale pubblico a livello mondiale. Proprio la Cina ha offerto oltre 500 milioni di dollari di prestiti a Paesi in via di sviluppo. Molti di loro partecipano alla Belt Road Initiative, il progetto infrastrutturale voluto da Pechino per potenziare la supply chain asiatica. Gli Stati Uniti, insieme ad altre nazioni della sfera Occidentale, da tempo chiedono alla Cina di permettere ad alcuni dei Paesi creditori di ristrutturare il debito e ridurre gli importi dovuti. Pechino, d’altro canto, insiste perché anche altri creditori e finanziatori (come l’IMF e la Banca Mondiale) possano assorbire le perdite finanziarie. Proprio questa settimana, in un’intervista al The Times, Ayhan Kose, vice capo economista della Banca Mondiale, ha dichiarato che l’organizzazione “fornirà sempre assistenza finanziaria alle economie anche in caso di default sul debito” ma anche che “la banca non dovrebbe essere costretta ad assumersi le perdite”. Intanto la Cina ha siglato un accordo con lo Sri Lanka per ristrutturare un debito di 4.2 miliardi di dollari, e ha promosso un accordo simile con l’Etiopia. Il Paese africano potrà sospendere i pagamenti del proprio debito fino al luglio 2024 e questo potrebbe permettere di accedere ad altre linee di finanziamento e ristrutturazione promosse dagli organismi multilaterali. Nel prossimo futuro è possibile che la governance dell’Imf possa essere oggetto di discussione, per una riforma. La Cina, al momento, detiene l’8% dei voti, pur rappresentando oltre il 19% del Pil economico mondiale. Una maggiore partecipazione all’Imf, secondo alcune fonti, potrebbe incoraggiare il Governo di Pechino a favorire un maggiore impegno nelle ristrutturazioni dei debiti.  

Come funzionano i prestiti della Banca Mondiale e dell’Imf 

La Banca Mondiale offre prestiti di denaro ai Paesi a medio reddito, a tassi di interesse inferiori a quelli dei prestiti delle banche commerciali e in alcuni casi anche senza interessi. I Paesi che ottengono prestiti dalla Banca dispongono di un periodo di tempo molto più lungo per i rimborsi, rispetto alle banche commerciali, e possono restituire i fondi diversi anni dopo il prestito. La stessa Banca Mondiale prende in prestito il denaro erogato, da enti finanziari, mercati, dai guadagni sui propri investimenti e prestiti, e dai contributi versati dai Paesi membri. Anche l’Imf fornisce prestiti, in questo caso si tratta di erogazioni volte a garantire la stabilità monetaria del ricevente e ridurre il rischio di crisi monetarie.

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