Davos, 21 gennaio 2025 – I dazi e l’uscita degli Usa dall’Accordo di Parigi sul clima. La Cina fa sentire la sua voce su due temi caldi degli ultimi giorni nei rapporti con il nuovo presidente Trump.
Mentre per i dazi alle importazioni non sono state prese ancora decisioni, Trump ha già firmato, fra i 100 ordini esecutivi emanati nel suo primo giorno da presidente, l’uscita degli Usa dall’Accordo sul clima di Parigi.
Due questioni sulle quali la Cina, non in modo diretto e mai citando Trump, ha fatto sentire la sua voce in particolare a Davos al World Economic Forum.
Cina: “No al protezionismo”
“Il protezionismo non porta da nessuna parte, le guerre commerciali non hanno vincitori”. Lo ha detto il vice-premier della Repubblica popolare cinese Ding XueXiang durante il suo discorso al Forum economico mondiale. Nel suo 'special address', Ding ha più volte rievocato l'intervento che il presidente cinese Xi Jinping tenne a Davos nel 2017 a favore della globalizzazione. “Dobbiamo promuovere insieme una globalizzazione economica inclusiva e risolvere con la cooperazione il disaccordo. La globalizzazione non è un meccanismo a somma zero dove una parte vince e l'altra perde”, ha detto Ding.
Ding: “Conseguenze inimmaginabili dai dazi”
Se saltassero i principi di dialogo e cooperazione globale, dividendo il mondo in blocchi contrapposti, “le conseguenze sarebbero inimmaginabili. Sarebbe molto difficile affrontare le sfide comuni, e nello scenario peggiore il mondo rischieremmo di scivolare in uno scontro. Una situazione in cui nessun Paese sarebbe al riparo dalle conseguenze”. Lo ha detto il vice-premier Ding Xuexiang durante il suo intervento al Forum economico mondiale.
Preoccupazione per l’addio Usa all’accordo di Parigi
La Cina ha anche espresso ''preoccupazione'' per l'annunciata uscita degli Stati Uniti dagli accordi di Parigi sul clima, decisa dal presidente americano Donald Trump con la firma di un ordine esecutivo. Lo ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri cinese Guo Jiakun. "Il cambiamento climatico è una sfida comune a tutta l'umanità e nessun Paese può rimanere indenne o risolvere il problema da solo", ha affermato Guo.
Il colloquio Putin Xi Jinping
E stamattina, nelle ore immediatamente successive all’insediamento di Trump, non a caso secondo molti analisti è stata resa nota una videochiamata fra il presidente russo Putin e quello cinese Xi Jingping. Un colloquio nel quale sono stati confermati gli interessi strategici fra i due Paesi. Russia e Cina sostengono la costruzione di un "ordine mondiale multipolare più equo". Lo ha affermato il presidente russo, Vladimir Putin, durante una video-call con il suo omologo cinese, Xi Jinping. "Sosteniamo congiuntamente la costruzione di un ordine mondiale multipolare più equo e lavoriamo nell'interesse di garantire la sicurezza indivisibile nello spazio eurasiatico e nel mondo nel suo insieme", ha detto Putin, sottolineando come il lavoro congiunto di Mosca e Pechino svolga "un importante ruolo stabilizzante negli affari internazionali".
Un colloquio al termine del quale Putin ha annunciato che la Russia è diventata il primo paese fornitore di gas naturale alla Cina.
Il canale di Panama
La Cina non ha invece ancora commentato le parole pronunciate da Donald Trump nel suo discorso di insediamento quando ha detto che la Cina controlla il Canale di Panama “non glielo lasceremo ce lo riprenderemo”.
Von der Leyen: “Pericoli. Pronti a negoziare”
"Nessun'altra economia al mondo è così integrata” come quelle Ue-Usa, “c'è molto in gioco per entrambe le parti. La nostra prima priorità sarà impegnarci presto, discutere interessi comuni ed essere pronti a negoziare” con la nuova amministrazione Trump. Lo ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, a Davos. “Saremo pragmatici, ma rimarremo sempre fedeli ai nostri principi. Proteggere i nostri interessi e sostenere i nostri valori: questo è il modo europeo”, ha sottolineato, aggiungendo che “le regole di ingaggio tra le potenze globali stanno cambiando. Non dovremmo dare nulla per scontato”.
"L'accordo di Parigi continua ad essere la migliore speranza di tutta l'umanità. L'Europa manterrà la rotta e continuerà a lavorare con tutte le nazioni che vogliono proteggere la natura e fermare il riscaldamento globale". Lo dice la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, parlando al World Economic Forum di Davos, in Svizzera, dopo che il presidente Usa Donald Trump ha deciso di nuovo di ritirare la prima economia del mondo dall'accordo di Parigi contro il riscaldamento globale.
Trudeau: Canada risponderà fermamente se Trump imporrà dazi
Il Canada risponderà "fermamente" se gli Stati Uniti imporranno dei dazi. Lo ha detto il premier canadese Justin Trudeau replicando all'annuncio con cui il nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha lasciato intendere di voler imporre dazi del 25% a Canada e Messico a partire dal primo febbraio “Ogni opzione è sul tavolo” ha aggiunto Trudeau, precisando che la risposta di Ottava "sarà robusta, rapida e misurata".
Premier Groenlandia: “Non vogliamo essere americani”
Il premier della Groenlandia, territorio autonomo della Danimarca, Múte Bourup Egede, rispondendo a distanza alle recenti affermazioni di Trump ha sottolineato: "Siamo groenlandesi. Non vogliamo essere americani. Non vogliamo nemmeno essere danesi. Il futuro della Groenlandia sarà deciso dalla Groenlandia", ha dichiarato in una conferenza stampa, sottolineando che la Groenlandia si trova ad affrontare una "situazione difficile".