Il termine “petroyuan” si riferisce all'uso della valuta cinese, lo yuan, per le transazioni di petrolio a livello internazionale. Questo concetto è emerso come parte di una strategia più ampia di “de-dollarizzazione” portata avanti da alcuni paesi, in particolare quelli appartenenti al gruppo BRICS, che include Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa, recentemente ampliato con l'ingresso di Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Iran, Egitto ed Etiopia.
Origine del concetto
Il concetto di petroyuan è nato dalla necessità di ridurre la dipendenza dal dollaro statunitense nelle transazioni internazionali di petrolio. La Cina, essendo uno dei maggiori importatori di petrolio al mondo, ha interesse a promuovere l'uso della propria valuta per stabilizzare e internazionalizzare lo yuan. Questo sforzo è stato ulteriormente supportato da accordi commerciali e swap valutari con paesi produttori di petrolio come l'Arabia Saudita[.
Proposta al summit dei BRICS
Durante il recente summit dei BRICS a Kazan, in Russia, il petroyuan è stato discusso come un'alternativa al sistema basato sul dollaro per il commercio del petrolio. La Russia ha proposto l'adozione del petroyuan come parte di un tentativo più ampio di de-dollarizzazione e per creare un sistema commerciale più autonomo rispetto alle influenze occidentali. L'Arabia Saudita ha espresso apertura verso l'uso dello yuan per le transazioni petrolifere, rafforzando così l'idea del petroyuan.
Sfide e prospettive
Nonostante le potenzialità del petroyuan, ci sono diverse sfide da affrontare. la prima riguarda la frammentazione del sistema monetario: l'introduzione del petroyuan rappresenta sicuramente un passo verso la frammentazione del sistema monetario internazionale, attualmente dominato dal dollaro statunitense. Questa frammentazione potrebbe però portare a una maggiore volatilità nei mercati valutari, poiché le valute alternative cercano di guadagnare terreno rispetto al dollaro.
Se paesi chiave come l'Arabia Saudita iniziassero infatti a utilizzare lo yuan per il commercio di petrolio, ciò potrebbe ridurre la domanda globale di dollari, influenzando potenzialmente i tassi di cambio e l'inflazione negli Stati Uniti
Un altro aspetto critico sarà la gestione dei surplus in renminbi (la valuta ufficiale cinese) accumulati dai paesi esportatori di petrolio. Attualmente, il sistema basato sul dollaro gestisce efficacemente questi surplus attraverso le banche globali. Tuttavia, il controllo rigido della Cina sul mercato offshore del renminbi rende più complessa la gestione e il riciclo di questi surplus, che potrebbero influenzare la liquidità e la stabilità finanziaria globale
La Cina ha già sviluppato alcune infrastrutture per supportare il petroyuan, come il Cross-Border Interbank Payment System e la Shanghai Petroleum and Natural Gas Exchange. Inoltre, progetti come mBridge, che utilizza valute digitali delle banche centrali per facilitare i pagamenti internazionali, potrebbero offrire soluzioni innovative per superare le limitazioni attuali del sistema basato sul dollaro
In sintesi, mentre il petroyuan offre opportunità per diversificare le valute utilizzate nel commercio internazionale del petrolio, la sua adozione su larga scala presenta sfide significative che potrebbero influenzare la stabilità finanziaria globale. La transizione verso un sistema più multipolare richiederà tempo e coordinamento tra i paesi coinvolti per evitare turbolenze economiche.