Il sollievo di uscire dall’indebitamento dello Stato per i portoghesi ha vinto sul calcio (trionfo agli Europei 2016) e sulla musica dell’Eurovision Song Contest. Parola di Mario Centeno, all’epoca (2017) ministro delle Finanze del governo lusitano. Esorta l’Italia a ridurre "il debito come grande priorità", l’attuale governatore della Banca centrale del Portogallo, ieri a Firenze, ospite di Andrea Ceccherini, presidente dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori, davanti a una platea gremita da 400 studenti delle scuole superiori che partecipano al progetto di alfabetizzazione economico-finanziaria Young Factor, giunto alla sua undicesima edizione. A debito alleggerito, dice Centeno, "potrete far sì che il Paese progredisca e trovi sostenibilità". Dialogando con lui, Ceccherini parla di "cultura come strada maestra per costruire un futuro migliore". E proprio su questo punto, gli fa eco il governatore che risponde a una raffica di domande degli studenti. Cosa serve all’Italia? Stabilità finanziaria per rendere appetibile il Paese agli investitori e istruzione.
"Il futuro è dei giovani", incalza Centeno. "Il Portogallo cresce e si può permettere di abbassare le tasse, in particolare ai giovani, diventando attrattivo per le nuove generazioni", spiega. "Siamo convinti che senza cultura i giovani non potranno cogliere le migliori opportunità – spiega il presidente Opge – Noi crediamo che l’ignoranza costi e che l’ignoranza economico-finanziaria costi ancora di più". Il progetto Young Factor dell’Opge è nato nel 2014 per colmare il vuoto di competenze dei giovani in materia economico-finanziaria. Sostenuto da partner come Intesa Sanpaolo e UniCredit, il programma offre materiali didattici, attività formative e il ciclo di incontri al quale, nelle passate edizioni, hanno preso parte anche i governatori della Banca di Francia Francois Villeroy de Galhau e della Banca Centrale dei Paesi Bassi Klaas Knot, gli ex governatori della Banca d’Italia Ignazio Visco e della Banca Centrale di Spagna Pablo Hernandez da Cos, il presidente della Bundesbank Joaquim Nagel, oltre alla presidente della Bce Christine Lagarde.
Credere nell’Europa, Centeno conosce bene l’istituzione: presidente dell’Eurogruppo dal 2018 al 2020. "L’euro oggi è una valuta molto diversa da quella del 2008 – dice l’economista – Adesso abbiamo l’assicurazione del backstop: la famosa frase di Draghi sul ‘whatever it takes’ ha fatto cambiare il sentimento nei confronti dell’euro". Al tempo "non avevamo gli strumenti per reagire a una crisi". Oggi sì: "un’istituzione completa e una valuta forte".
"Non abbiamo sviluppato una cultura del rischio" per gli investimenti in Europa "perché avevamo paura della nostra ombra, troppe discussioni tra il Nord frugale e virtuoso, e il Sud pigro, sprecone, che non ha voglia di lavorare. Questa è una retorica che va bandita", spiega Centeno. Guardando alle elezioni Usa dice che se vincerà Trump darà la sveglia all’Europa. "Dobbiamo concentrarci su di noi, sull’avviare un nuovo ciclo politico – sferza – Dobbiamo smettere di fare il passeggero, dobbiamo stare alla guida, siamo abituati a essere comodi".