Sabato 3 Agosto 2024
ELENA COMELLI
Economia

Cdp, scontro sulle donne nel board: "Vogliono rivedere le quote rosa"

Stallo sulle nomine in vista dell’assemblea di lunedì prossimo. Opposizioni all’attacco: Giorgetti chiarisca

Cdp, scontro sulle donne nel board: "Vogliono rivedere le quote rosa"

Cdp, scontro sulle donne nel board: "Vogliono rivedere le quote rosa"

Tutto fermo per le nomine in Cassa Depositi e Prestiti, rinviate all’assemblea del 15 luglio. La questione sta diventando un problema politico, perché la maggioranza indica solo uomini come possibili candidati per il cda e l’assemblea, per uscire dall’impasse, si preparerebbe il 15 luglio a modificare il proprio statuto, che prevede per il genere meno rappresentato "una presenza di almeno due quinti con arrotondamento all’unità superiore". Una mossa che allontanerebbe la cassaforte pubblica del risparmio postale, partecipata all’83% dal Tesoro, dalle migliori pratiche adottate dalle aziende quotate.

La vicenda, rivelata da Repubblica, ha subito scatenato reazioni delle opposizioni. "Vergognosa" secondo la senatrice Pd Annamaria Furlan, secondo cui "la cultura delle pari opportunità va in soffitta, barattata per interessi di parte, e la presidente del consiglio non batte ciglio". Mentre per Carolina Morace, eurodeputata del M5S, "il primo governo della storia italiana presieduto da una donna calpesta i diritti delle donne".

La deputata Pd Silvia Roggiani, nel frattempo, ha chiesto al ministro Giorgetti di riferire in aula sulle nomine di Cassa Depositi e Prestiti. "Le donne competenti ci sono, e non possono pagare loro le logiche di partito e di occupazione del potere sui ruoli decisionali. Il ministro Giorgetti chiarisca al più presto", commenta Elena Bonetti, deputata e vicepresidente di Azione. Mentre nel cda uscente di Cdp, di nove membri, ci sono quattro donne – Livia Amidani Aliberti, Anna Girello Garbi, Fabiana Massa Felsani, Alessandra Ruzzu – tra i papabili indicati finora ne compare una sola, Lucia Calvosa, candidata dalle Fondazioni che hanno il 17% del capitale e indicano anche la presidenza, con la conferma di Giovanni Gorno Tempini. Da quel che è trapelato nella ultime settimane nella maggioranza di governo non sarebbe in discussione la conferma di Dario Scannapieco come ad (indicato dal Tesoro) e lo scontro – pur dopo ben quattro rinvii – sarebbe solo sui nomi dei componenti del board.

C’è però chi sostiene che l’idea sia di ridurre le quote prescritte da due quinti a un terzo del totale. Lo stesso vincolo arriverebbe per il cda della "gestione separata" Cdp, oggi tutto al maschile. In questo modo le quote rosa resterebbero quattro, ma spalmate su tutte le 14 poltrone dei due organi della Cassa. Parla di "gravità inaudita" Lella Golfo, prima firmataria della legge che ha introdotto le quote di genere e presidente della Fondazione Marisa Bellisario: la modifica allo statuto, dice, sarebbe "un passo indietro inaccettabile, compiuto da una società controllata che è soggetta alla proroga della mia legge che ha introdotto le quote di genere". Ora la domanda è se la maggioranza continuerà a sostenere questo piano. L’iter per il rinnovo del cda di Cdp ha già subito tre rinvii: il 24 maggio, il 20 giugno, il 2 luglio.