Sabato 14 Dicembre 2024
CLAUDIA MARIN
Economia

Rapporto Adepp: casse previdenziali in salute con più iscritti e più patrimonio

Alcune casse registrano percentuali superiori al 50% di pensionati che continuano a lavorare

Rapporto AdEpp: le casse previdenziali godono di ottima salute

Rapporto AdEpp: le casse previdenziali godono di ottima salute

Roma, 14 dicembre 2024 – 114 miliardi di patrimonio, quasi 13 miliardi di entrate contributive, mezzo milione di prestazioni erogate, 212 milioni di euro messi in campo per il welfare integrato: sono questi alcuni dei numeri, contenuti nel Report annuale elaborato dal centro studi AdEPP, che ancora una volta fotografano un sistema in ottima salute, gestito da governance attente e consapevoli delle sfide che sono ancora in atto e dei cambiamenti che richiedono sempre di più una visione politica/economica/sociale lungimirante.

Il fenomeno dei pensionati attivi, ad esempio, è una chiara manifestazione della ‘Silver Economy’, che sottolinea il prolungamento della vita lavorativa. Alcune casse registrano percentuali superiori al 50% di pensionati che continuano a lavorare.

A questo dato se ne affianca un altro di grande importanza. La percentuale di professionisti over 60 è quasi raddoppiata negli ultimi 19 anni, evidenziando un cambiamento demografico significativo tra gli iscritti.

Il numero dei liberi professionisti segna un + 20,89%, passando da 1,125 milioni nel 2007 a 1,36 milioni nel 2023, ma sono aumentati anche i pensionati attivi che continuano a contribuire al sistema.

Cresce il numero delle donne, dal 30% nel 2007 al 41% nel 2023. Un aumento costante che non si riscontra nelle altre categorie lavorative, dove la componente femminile è rimasta stabile.

Le libere professioniste costituiscono il 54% degli iscritti sotto i 40 anni, ma questa percentuale scende al 36% nella fascia 50-60 anni, diminuendo ulteriormente con l’aumentare dell’età. Un tema annoso che riporta in auge quanto ormai viene sottolineato da tempo: è ancora la donna ad occuparsi della famiglia, sia di origine sia propria.

Redditi: aumentano con l’esperienza, ma il Sud soffre

Considerando gli effetti dell’inflazione, i redditi reali mostrano una riduzione del 8,3% dal 2005, evidenziando come, al di là dei dati nominali, il potere d’acquisto dei professionisti si sia eroso nel tempo. Questo declino riflette non solo le crisi economiche, ma anche l’effetto di cambiamenti strutturali nella composizione della platea dei liberi professionisti.

E, ancora una volta, nel 2023 i redditi medi dei professionisti del Sud sono inferiori del 46% rispetto al Nord, mentre la differenza tra Centro e Nord è del 19%, con una disparità di genere persistente in tutte le macroaree geografiche. Da sottolineare che i redditi aumentano con l’esperienza. Sotto i 30 anni il reddito medio è di 14.622 €, meno di un quarto rispetto ai 50-60enni. E’ chiaro che la disparità reddituale riflette le difficoltà iniziali dei giovani professionisti nell’affermarsi.

Non più solo pensioni: il welfare è sempre più integrato

Le prestazioni erogate non si limitano alle pensioni, ma includono un’ampia gamma di supporti per i professionisti. Le prestazioni IVS sono cresciute del 138,63%, da 3,3 miliardi nel 2005 a 7,9 miliardi nel 2023. Vi è stato un aumento significativo delle “altre prestazioni” (+208). le casse previdenziali hanno destinato oltre 212 milioni di euro al welfare integrato, con le voci principali legate al fabbisogno sanitario (97 milioni), caregiving (22 milioni), genitorialità (24 milioni), sostegno agli studi (24 milioni) e sostegno al reddito (21 milioni), evidenziando un’ampia diversificazione degli interventi.

Il patrimonio vola e le casse diversificano gli investimenti

Il patrimonio aggregato degli Enti Previdenziali Privati è cresciuto del 74% dal 2013 al 2023, passando da 65,6 miliardi a 114,1 miliardi di euro, con una media annua di crescita del 5,7%, sostenuta da un saldo previdenziale positivo di 37 miliardi e rendimenti netti medi annui dell’1,9%. A fine 2023 i fondi di investimento mobiliari rappresentano il 29% del patrimonio, seguiti da altri fondi di investimento (23,7%) e Titoli di Stato (16,8%), con una riduzione della quota di investimenti immobiliari a favore di maggiore flessibilità e liquidità.

Tra il 2013 e il 2023, c’è un’evoluzione significativa del patrimonio delle Casse di Previdenza, con una crescente diversificazione degli investimenti per mitigare i rischi in un contesto economico complesso. In particolare, con una crescita significativa di fondi mobiliari (+300%) e azioni (+135%). Ma con una riduzione degli investimenti immobiliari (-77%).

Le casse in Banca d’Italia

Negli ultimi 11 anni, la quota di investimenti in azioni è cresciuta dal 9,8% al 18,9% degli attivi, inclusa la componente tramite fondi mobiliari, mentre circa 1,95 miliardi di euro sono stati destinati a quote di capitale della Banca d’Italia, evidenziando un aumento strategico per compensare i bassi rendimenti di altri strumenti.

Italia e estero, le casse ci sono

Nel 2023 il 39% degli investimenti delle Casse è localizzato in Italia, una percentuale che sale al 45% includendo liquidità e polizze assicurative, con gli investimenti in immobili prevalentemente italiani, mentre obbligazioni non governative e mobiliari sono principalmente collocate all’estero.