Martedì 16 Luglio 2024
ELENA COMELLI
Economia

Case Green, si decide: è battaglia su obblighi e scadenze

Alle fasi finali il negoziato nell’Ue sulla direttiva per gli edifici. Il relatore: meglio abbassare le bollette

Ciaran Cuffe

Ciaran Cuffe

Siamo alla resa dei conti sulla direttiva case green, con l’obiettivo di abbassare le bollette per i cittadini europei. "Stiamo cercando soluzioni flessibili con gli altri negoziatori, per noi la priorità rimane garantire bollette meno care per tutti e togliere più persone possibile dalla povertà energetica", ha dichiarato Ciaran Cuffe, il relatore dell’Europarlamento sulla direttiva, all’inizio di un incontro negoziale decisivo con Commissione e Consiglio Ue per trovare un accordo sulle nuove regole per l’efficienza energetica degli edifici. Dopo mesi di trattative, ieri le istituzioni europee (Parlamento e Consiglio, con la mediazione della Commissione) hanno affrontato gli aspetti più controversi del testo, a partire dall’articolo 9, che fissa il calendario per le ristrutturazioni degli edifici meno performanti, ma anche gli articoli 15 (sui sostegni finanziari) e 16 (sugli attestati di prestazione energetica).

Le posizioni sono molto distanti soprattutto sull’articolo 9, in cui si prevede che gli edifici residenziali dovranno raggiungere la classe E entro il 2030 e la D entro il 2033. Altro elemento molto discusso riguarda gli attestati di prestazione energetica (articolo 16): in base al testo del?Parlamento i criteri per comporre gli attestati dovranno essere allineati in tutti i paesi membri. In questo contesto, "il Parlamento europeo ha dimostrato flessibilità e voglia di trovare soluzioni in questi negoziati, e sono fiducioso che troveremo un accordo prima della fine del 2023", ha previsto Cuffe. Il trilogo in programma ieri, comunque, non sarà l’ultima riunione in materia. Il Parlamento insiste sul fatto che bisognerà prevedere "l’applicazione di standard comuni di performance energetica per gli edifici più energivori in Europa".

L’impostazione del Consiglio Ue è però molto diversa e punta a lasciare ai singoli Paesi maggiore spazio di manovra, specie per la classificazione energetica. Prevede che per gli edifici residenziali esistenti gli Stati membri stabiliscano standard minimi di prestazione energetica basandosi su una "traiettoria nazionale" calcolata sul consumo medio di energia nell’intero parco edilizio residenziale nel periodo dal 2025 al 2050. Su questo punto c’è già qualche apertura: "Riconosciamo che il patrimonio edilizio di ogni Stato membro è unico e stiamo esplorando modi per dare agli Stati membri maggiore flessibilità per quanto riguarda la scelta degli edifici con le peggiori prestazioni".

La direttiva per l’efficienza energetica degli edifici è, insieme al pacchetto gas, l’ultimo importante pezzo della seconda parte del piano FitFor55, presentata a fine 2021. Per la Commissione Ue, ha chiarito la commissaria all’Energia Kadri Simson, un accordo sulle case green va fatto "il prima possibile". Da qui passano le prossime proposte dell’esecutivo Ue per ridurre le emissioni da riscaldamento domestico, come il piano d’azione sulle pompe di calore e la fine delle caldaie a gas. Resta controversa, però, l’applicazione delle sanzioni, su cui il governo italiano, e in particolare la Lega, è molto contrario.