Venerdì 22 Novembre 2024
REDAZIONE ECONOMIA

Carta risparmio spesa 2023, come funziona e requisiti

Tutto pronto per la Carta risparmio spesa 2023: da luglio circa 380 euro per le famiglie meno facoltose

Crediti iStock - Carta di risparmio spesa 2023, come funziona

Crediti iStock - Carta di risparmio spesa 2023, come funziona

ll governo italiano è pronto a dare il via ad una nuova misura assistenziale prevista nell’ultima legge di Bilancio che fin qui non aveva trovato attuazione. Si tratta della Carta risparmio spesa che, stando a quanto previsto, garantirà alle famiglie entro una certa soglia Isee di poter contare su un sostegno economico per l’acquisto di beni di primaria necessità. La distribuzione di queste carte verrà effettuata dai Comuni e dovrebbe partire nel prossimo mese di luglio.

Approfondisci:

Pensioni minime 2023, a luglio arrivano aumenti e arretrati: le cifre

Pensioni minime 2023, a luglio arrivano aumenti e arretrati: le cifre

La Carta risparmio spesa

In base a quanto stabilito dalla Legge di Bilancio 2023, i beneficiari della Carta risparmio spesa sono le famiglie residenti in Italia che hanno presentato una dichiarazione Isee inferiore o pari a 15mila euro. Un aspetto molto interessante di questa misura è che ai cittadini non è chiesto di fare domanda, con la distribuzione delle carte che verrà svolta dai Comuni di residenza che, tra l’altro, hanno l’obbligo di fornire tutte le istruzioni necessarie ai beneficiari. L’iter prevede infatti che, una volta ricevuta la comunicazione dal Comune, il cittadino beneficiario si presenti in un ufficio di Poste Italiane e ritiri la propria Carta risparmio spesa. Si tratta di una prepagata sulla quale verranno caricati circa 380 euro da utilizzare per l’acquisto di beni alimentari di prima necessità. Infine, per attivare la carta ricevuta, sarà necessario provvedere ad almeno un pagamento entro la prima metà del mese di settembre 2023.

Carta risparmio spesa: i requisiti

Per ottenere la Carta risparmio spesa è necessario rispettare determinati requisiti indicati nel testo del decreto attuativo. Si tratta, più nello specifico, di due aspetti fondamentali: - il primo è l’iscrizione di tutti i componenti del nucleo familiare nell’Anagrafe della popolazione residente; - un Isee, Indicatore della situazione economica equivalente, che sia inferiore o uguale a 15mila euro.

La misura, così come previsto dalla Legge di Bilancio 2023, può contare sullo stanziamento di 500 milioni di euro. Per quanto riguarda le previsione del numero delle carte, invece, queste dovrebbero essere 1.300.000, ognuna da 382,50 euro. Verranno distribuite ai Comuni, per metà in base alla proporzione alla popolazione residente, mentre per l’altra metà si seguirà un criterio dato dal reddito pro capite di ciascun territorio. A dare indicazioni agli enti locali in merito ai beneficiari è direttamente l’Inps che, dopo aver avuto conferma delle liste da parte dei Comuni stessi (scadenza dell’operazione il 26 giugno), provvede ad inviare il numero di carte prepagate necessarie. Come detto, l’assegnazione è automatica e segue una modalità di distribuzione dettata da una scala di priorità ben definita:

- i primi beneficiari sono le famiglie composte da non meno di tre componenti e in cui almeno uno è nato prima del 31 dicembre 2009; - ci sono poi i nuclei familiari composti da non meno di tre componenti e in cui almeno uno è nato prima del 31 dicembre 2005; - infine i nuclei familiari composti da non meno di tre componenti.

In ognuno dei passaggi descritti si tiene conto sempre del valore Isee dichiarato da ciascun nucleo familiare, andando a privilegiare chi ne ha uno più basso.

Carta risparmio spesa, chi è escluso

La Carta risparmio spesa rappresenta una misura di sostegno alle famiglie contraddistinta da molti casi di incompatibilità. Non può infatti riceverla chi percepisce già:

- il reddito di cittadinanza; - il reddito di inclusione o qualsiasi altra misura di inclusione sociale o sostegno alla povertà; - la Naspi o il Discoll; - l’indennità di mobilità; - i fondi di solidarietà per l’integrazione del reddito; - la cassa integrazione guadagni-Cig; - altre forme di integrazione salariale.