Roma, 5 ottobre 2024 – È stata al centro di frequenti azioni legali, ricorsi e sentenze, per sancire il diritto anche a docenti non di ruolo di percepirla. Per lo scorso anno scolastico, alla fine il diritto è stato riconosciuto anche agli insegnanti precari, ma con contratto fino al 31 agosto. Parliamo della Carta del docente, un contributo economico pari a 500 euro per l'anno scolastico 2023/2024.
Come cambia la Carta per il nuovo anno scolastico
L’importo scenderà a 425 euro nel prossimo anno scolastico, con un’ulteriore riduzione entro il 2027, che porterà il contributo a 400 euro. Il risparmio permetterà al Governo di finanziare nuovi corsi di formazione, come i percorsi abilitanti. La Carta manterrà lo stesso fine degli scorsi anni, cioè potrà essere utilizzata per acquistare libri, corsi, per andare al teatro o al cinema, oppure nei musei. Invece, stando alla situazione attuale, verrebbero esclusi i docenti non di ruolo, mentre per chi ha avuto modo di attivarsi sull'apposito sito e di riceverla, è scaduto lo scorso 31 agosto il termine per utilizzarla, e l'eventuale credito residuo non potrà più essere utilizzato.
Piattaforma in stallo
La piattaforma, che non viene aggiornata dalla fine della precedente iniziativa relativa alla Carta del docente, è ovviamente presa d'assalto in questi giorni, e sono state segnalate alcune difficoltà di accesso al sito. Ma non sono attualmente presenti avvisi in merito alla nuova Carta, anche se in questi giorni dovrebbe esserci un incontro fra sindacati e rappresentanti delle istituzioni, al fine di chiarire alcuni dubbi su chi effettivamente potrà goderne, su quali saranno gli eventuali tagli progressivi, e su tempi e modalità di attivazione del contributo.
Un sondaggio effettuato da “La Tecnica della Scuola” aveva rivelato che ben l'87,8% degli intervistati considera la Carta un supporto importante per il proprio aggiornamento professionale. La riduzione dell'importo del contributo era già stata prevista dal Governo Draghi, e riguardava la possibilità di spostare l'importo risparmiato, sul reclutamento dei nuovi docenti. Ad oggi comunque continuano i ritardi, e alcuni sindacati preparano battaglia, chiedendo il riconoscimento di pari diritti a docenti non di ruolo, ma comunque con contratti in scadenza al termine delle attività didattiche.