Domenica 22 Dicembre 2024
MICHELE ZACCARDI
Economia

Caro bollette: quanto si può risparmiare con il fotovoltaico e come

Secondo Aceper, uno sviluppo adeguato della produzione di energia solare avrebbe un effetto immediato, abbattendo i costi dal 40 al 70%

Milano, 16 ottobre 2023 - Il caro bollette ha allentato la sua morsa, ma non è ancora scomparso. Il rischio di un’impennata repentina del prezzo dell’energia è infatti sempre dietro l’angolo. Se è importante il contributo che ognuno può dare al risparmio energetico, non va dimenticato che l’energia è soprattutto un tema di carattere nazionale che va affrontato quindi in un ottica da sistema-Paese. Insomma, vista la transizione ecologica in atto e le difficoltà a fare affidamento su pochi fornitori per il gas, l’ideale sarebbe puntare sull’energia rinnovabile, di cui è ricca l’Italia. Basti pensare che sarebbe sufficiente uno sviluppo adeguato del fotovoltaico per abbattere i costi delle bollette fino al 70%.

Pannelli fotovoltaici
Pannelli fotovoltaici

A realizzare lo studio sui risparmi potenziali è Aceper, Associazione dei Consumatori e Produttori di Energie Rinnovabili. “Il fotovoltaico avrebbe effetto immediato sulla riduzione delle bollette, abbattendo i costi dal 40 al 70%. Stimando una riduzione media dei costi del 50% (nella forbice dal 40 al 70%) si otterrebbe un risparmio totale per le famiglie italiane di circa 24 miliardi di euro”, spiega Veronica Pitea, presidente di Aceper, associazione che riunisce 10.000 impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, pari ad oltre 7mila associati per una potenza installata complessiva che supera i 2 GWp. Insomma, il risparmio sarebbe notevole. Tuttavia, ci sono una serie di ostacoli. A cominciare dalla burocrazia. Ma non solo. “Dobbiamo risolvere però problemi importanti come: la produzione della materia prima necessaria per poter fare un lavoro importante, la manodopera necessaria per farlo e le modalità di smaltimento a fine vita delle batterie e dei pannelli”, continua Pitea. “Purtroppo in Italia la burocrazia ma soprattutto l'instabilità dei nostri governi rallentano le installazioni massicce di pannelli fotovoltaici e lo sviluppo verso il rinnovabile. Tra decreto salva Italia, spalma incentivi, Tremonti ambiente, extraprofitti, troppe volte chi investe si trova a dover far fronte a nuove spese, business plan da rivedere, perché lo Stato promette delle cose ma poi con ogni cambio di governo quanto prospettato prima diventa una promessa infranta”.

La svolta a livello europeo, con finanziamenti comunitari, potrebbe essere utile. Ma l’approccio di Bruxelles non è esente da problemi. Si pensi alla direttiva Ue che obbliga a ridurre le emissioni degli edifici privati, ristrutturandoli in modo che, entro il 2030, risultino nella classe energetica E. “La problematica principale” prosegue la presidente di Aceper, “è il fatto che più del 60% delle nostre costruzioni sono in classe F/G, per non parlare che poi lo step successivo sarebbe portare le stesse in classe D... Per arrivare a questi livelli ci dobbiamo immaginare un'Italia che cambia volto completamente. Diciamo che dovremmo immaginarci un 110% moltiplicato probabilmente per 1000”. Insomma, i costi sarebbero esorbitanti. Ma per realizzare questa imponente transizione, secondo Pitea, servirà una massa di lavoratori altrettanto imponente. “Oggi con la richiesta che abbiamo sul reparto fotovoltaico mancano già circa 500.000 addetti del settore; se dovessimo pensare che entro il 2030 dobbiamo tassativamente rispettare le tempistiche dell’Unione europea, probabilmente ne serviranno almeno altri 3 milioni. Sicuramente tanti operai, elettricisti, ingegneri, geometri, architetti, addetti del settore edile. In tutte le regioni, nessuna esclusa”.

La transizione, insomma, potrebbe essere anche un volano per l’occupazione. Ma lo sviluppo del fotovoltaico sarà indispensabile per raggiungere l’obiettivo europeo. Questa tecnologia riduce infatti le emissioni di CO2, una delle principali cause dell'apertura del buco dell'ozono. “Per produrre un chilowattora elettrico vengono bruciati mediamente l'equivalente di 2,56 kWh sotto forma di combustibili fossili e di conseguenza emessi nell'aria circa 0,53 kg di anidride carbonica” spiega Pitea. “Si può dire quindi che ogni kWh prodotto dal sistema fotovoltaico evita l'emissione di 0,53 kg di CO2”.