Giovedì 12 Dicembre 2024
ANTONIO PETRUCCI
Economia

Carewashing, il 79% dei dipendenti è insoddisfatto

Quatto lavoratori su 5 non sono soddisfatti del benessere sul luogo di lavoro. Previsto un aumento degli investimenti del 37% entro il 2028

Lavoro e stress - Crediti iStock Photo

Lo stress è la principale fonte di insoddisfazione sul lavoro

Roma, 12 dicembre 2024 – E’ sempre forte la discrepanza nella percezione che si ha, fra datore di lavoro e dipendente, del benessere aziendale. Da un lato si pensa e si è convinti di fare tanto, di preoccuparsi in maniera adeguata del benessere della propria forza lavoro, ma dall’altra è molto forte la sensazione di non essere abbastanza tutelati, e di non vedere investimenti finalizzati al miglioramento del proprio benessere sul luogo di lavoro.

Il sondaggio Gallup 2024

A tali conclusioni è giunto il sondaggio Gallup 2024, secondo cui il 79% dei dipendenti a livello globale non percepisce che la propria azienda si preoccupi davvero del proprio benessere complessivo, a fronte di un modesto 21%, che ritiene invece di ricevere un’attenzione adeguata. Le dimensioni del mercato globale del benessere aziendale, il cui valore attuale si stima sfiori i 70 miliardi di dollari, si prevede cresceranno in maniera significativa, raggiungendo i 95,8 miliardi di dollari nel 2028 (+37%).

Tuttavia, nonostante l’aumento degli investimenti per far star meglio i dipendenti, le condizioni di salute mentale dei lavoratori continuano a peggiorare. La percentuale di lavoratori che a livello globale percepisce un sincero impegno dell’azienda verso il proprio benessere è crollata drasticamente, passando dal 49% nel 2020 al 21% nel 2024, con una riduzione del 57%. Negli ultimi anni, i dipendenti hanno sperimentato livelli sempre più alti di emozioni negative quotidiane sul posto di lavoro, come stress (41%), preoccupazione (38%), tristezza (22%) e rabbia (21%). Disimpegno e demotivazione sono le conseguenze, con costi per l'economia globale di 8,9 trilioni di dollari, ovvero il 9% del Pil mondiale.

Il pensiero di Marika Delli Ficorelli

"Le iniziative di cura spesso risultano superficiali e non soddisfano le esigenze dei lavoratori: si parla per questo di carewashing: garantire coerenza tra parole ed azioni si rivela in questo senso essenziale- ha commentato Marika Delli Ficorelli, Head of Hr di Zeta Service. Migliorare la qualità della vita e il benessere dei dipendenti sono gli obiettivi dei programmi di “corporate wellness” che i datori di lavoro pianificano e finanziano. Questi progetti, che spaziano dallo screening sanitario al supporto psicologico, fino a misure di flessibilità come lo smart working, rappresentano un mercato che attualmente vale 69,92 miliardi di dollari e si stima raggiungerà i 95,78 miliardi nel 2028, con un tasso di crescita annuale dell’8,2% e un incremento di circa il 37% in 4 anni, come evidenzia il recentissimo report di "The Business Research Company". Tuttavia, se da un lato aumentano gli investimenti nel benessere dei lavoratori, dall’altro le loro condizioni di salute, soprattutto mentale, mostrano segnali di peggioramento, evidenziando un disallineamento tra le risorse stanziate e l’effettiva efficacia delle iniziative proposte».

Come evitare il carewashing

Per evitare il verificarsi di tale fenomeno, secondo gli esperti Gallup occorre coinvolgere i dipendenti. Chiedere feedback sui programmi di benessere e coinvolgere i dipendenti nella creazione di iniziative può aumentare l'efficacia e la partecipazione. Inoltre garantire coerenza tra parole ed azioni: l’impegno e l’investimento delle aziende dovrebbero essere coerenti con i valori sui quali si fondano. Rendere trasparente l’impatto delle proprie iniziative: pubblicare dati dettagliati e report trasparenti sui risultati delle iniziative. Dare risposte diverse a seconda dei bisogni: personalizzare la proposta di valore con iniziative customizzate. Favorire lo sviluppo di una leadership consapevole: l’impegno verso pratiche autentiche dovrebbe essere parte della cultura aziendale. Investire in progetti a lungo termine: impegnarsi in programmi di lungo periodo, con un impatto reale e sostenibile, evitando iniziative o promozioni legate a eventi specifici e trend del momento. Ottenere certificazioni e standard esterni da enti indipendenti. Favorire la responsabilità e l’accountability: rendere responsabili le figure chiave per i risultati può aiutare a mantenere l’impegno e la trasparenza a lungo termine. L’importanza di queste pratiche è anche evidenziata dal fatto che il 42% degli italiani ha di recente cambiato lavoro per migliorare il proprio benessere psicofisico, come sottolineato dallo studio Bva Doxa, sviluppato in collaborazione con l’Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano.