Una buona notizia e una cattiva per i consumatori. La prima è che dal primo agosto i benzinai dovranno esporre i cartelloni con i prezzi medi regionali. Il Tar ha bocciato il ricorso presentato dalle associazioni di categoria (che però hanno già annunciato che consulteranno il Consiglio di Stato). La pessima notizia, invece, è che, inesorabile come ogni anno, con il primo grande esodo estivo aumentano, questa volta davvero senza una ragione precisa, i prezzi della benzina e del diesel. Basta dare un’occhiata ai numeri elaborati da Quotidiano Energia sulla base dei dati che i gestori hanno comunicato al ministero delle Imprese e del Made in Italy. Il prezzo medio praticato della benzina in modalità self è 1,895 euro al litro. L’ultima rilevazione era a 1,886 con i diversi marchi compresi tra 1,887 e 1,910 euro al litro. Le pompe no logo erano ferme a 1,878. In servito si è superato il tetto dei 2 euro. Stesso discorso per il diesel. Al self costa 1,734 euro al libro. Con oscillazioni che, a seconda della compagnia, vanno da 1,743 a 1,758. I no logo sono fermi a 1,724.
La vera stangata è per il servito, dove i prezzi hanno di nuovo sforato quota 2 euro. In particolare, per la benzina il prezzo medio praticato è a 2,027 euro al litro, rispetto a 2,018 della precedente rilevazione. La forchetta fra i diversi impianti oscilla tra 1,967 e 2,102 euro al litro. Le no logo si attestano su 1,930. La media del diesel servito è 1,880 euro al litro contro 1,871: i punti vendita delle compagnie hanno prezzi medi compresi tra 1,828 e 1,953 euro al litro e no logo 1,778. I prezzi praticati del Gpl si posizionano tra 0,712 e 0,733 euro al litro, mentre i no logo 0,691. Infine, il prezzo medio del metano auto si colloca tra 1,401 e 1,480 euro al litro, no logo 1,432. Prezzi che, secondo Federconsumatori, sono sicuramente fuori linea sia rispetto all’andamento delle quotazioni dei prezzi petroliferi sia del cambio. Considerando entrambi i fattori, la benzina dovrebbe costare circa 6 centesimi in meno al litro, con un aggravio medio annuo di 72 euro ad automobilista, a cui si aggiungono le ricadute indirette sui prezzi dei beni e servizi per altri 63 euro.
Dal primo agosto, intanto, scatta l’obbligo per i gestori (con tanto di multe per chi non lo farà) di esporre i cartelli anti-rincari voluti dal governo. In particolare dovranno essere pubblicati i prezzi medi delle regioni. Anche se, fanno sapere i gestori, le grandi compagnie sono in ritardo nella consegna dei totem. Il Tar del Lazio ha infatti respinto la richiesta di sospensiva presentata dalle associazioni dei benzinai. I gestori sono comunque pronti a girare le multe alle società petroliferi se i cartelli non arriveranno in tempo.
Nel frattempo, Assoutenti punta l’indice sulla speculazione che avviene prima dell’arrivo dei carburanti ai distributori. "Giusto garantire trasparenza ai cittadini, ma il vero problema dei prezzi dei carburanti si insinua nella fase che va dall’acquisto del petrolio alla sua raffinazione fino alla vendita di benzina e gasolio alla pompa – spiega il presidente Furio Truzzi – passaggi in cui si accumulano ricarichi ingiustificati che generano enormi extra-profitti per società petrolifere e intermediari e fanno crescere il prezzo ai distributori, e su cui manca del tutto trasparenza".
Antonio Troise