Sabato 27 Luglio 2024
Antonio Petrucci
Economia

Canone Rai, la Lega lo vuole abolire. Ma è il più basso in Europa

Fra gli Stati europei che hanno un canone per la tv pubblica quello italiano è il più basso

Roma, 26 luglio 2024 – E' da sempre una delle imposte più odiate dagli italiani, arrivando ad essere fra le più evase, con punte superiori al 25% dei contribuenti per quello ordinario fino al 2016. Parliamo del canone televisivo, per il quale nelle scorse settimane la Lega aveva proposto l'abolizione, puntando sull'innalzamento dei limiti di affollamento del tetto pubblicitario della Rai, per poter compensare i mancati introiti. Eppure, stando al Report Media & Entertainment di Mediobanca, che analizza le performance dal 2019 al 2024 dei principali gruppi italiani e dei 21 maggiori player privati mondiali, di cui nove hanno sede negli Usa, dieci in Europa e uno rispettivamente in Giappone e Sudafrica, la situazione non è peggiore che altrove, per i contribuenti.

Fra i più bassi d'Europa

All’Italia infatti spetta il più basso canone unitario fra i maggiori Paesi europei, inferiore anche alla media (0,25 euro al giorno per abbonato contro gli 0,34 euro medi). Molto più onerose per i contribuenti la tv pubblica tedesca (€0,60 giornalieri) e quella britannica (€ 0,51).

A livello continentale prosegue il processo di abolizione del canone, nel 2022 riscosso solo in 10 paesi europei, 37% del totale (erano circa il 50% nel 2019); l’ultima nazione ad affrancarsi dal canone è stata, nel corso del 2022, la Francia.

Nel 2023 solo € 77,8 dei € 90 (pari all’86%) sborsati da ogni abbonato sono stati incassati dalla Rai, un’incidenza anche in questo caso inferiore alla media europea (90,5%).

Per il 2024 il canone unitario è stato abbassato a € 70, di cui la Rai prevede di incassare l’83,7% (circa € 58,6). Per bilanciare questa riduzione la legge di bilancio (n. 213 del 30 dicembre 2023) ha riconosciuto alla Concessionaria pubblica, limitatamente al 2024, un contributo in sostanziale compensazione pari a € 413 milioni netti. Stando agli esperti, l’evoluzione delle modalità di fruizione dell’offerta in ottica multi-device, dovrà necessariamente riflettersi nella modifica dei presupposti su cui poggia l’obbligatorietà del canone, in Italia ancora legati al possesso di un apparecchio televisivo.

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Un giro d'affari in crescita

Con € 9,6 miliardi, il servizio radiotelevisivo pubblico tedesco evidenzia il giro d’affari più elevato nel confronto europeo, pari a più del triplo rispetto a quello italiano (€ 2,7 miliardi). Completano il podio Gran Bretagna (€ 7,9 miliardi) e Francia (€ 3,9 miliardi). Nel 2022 l’Italia si posiziona al terzo posto quanto a crescita dei ricavi (+1,2% sul 2021), dietro a Gran Bretagna (+5,7%) e Germania (+2,6%).

L’Italia (Rai) si distingue con riguardo alla redditività industriale: nel 2022 l’ebit margin della TV pubblica italiana si è attestato al 2,5% (-1,1 p.p. sul 2021), davanti all’1,7% della Spagna, mentre Francia e Regno Unito sono in territorio negativo (pari, rispettivamente, al -1,5% e -2,4%). Analizzando i ricavi delle principali emittenti pubbliche europee emerge la bassa incidenza del canone per l’Italia (Rai) e l’importanza che invece rivestono le produzioni di contenuti originali per il Regno Unito (generando oltre il 20% dei ricavi complessivi). In termini di fatturato, Rai si attesta in prima posizione nel 2023 (€ 2,7 miliardi, +0,3% sul 2022), seguita da Sky (€ 2,1 miliardi, +2,3% sul 2022) e Mediaset (€ 2 miliardi, +2,5%).