Giovedì 29 Agosto 2024

Calano Pil e fiducia, la Germania non riparte

L'economia tedesca rallenta in primavera, con il PIL in calo dello 0,1% e fiducia dei consumatori in ribasso. La dipendenza dal manifatturiero e le tensioni commerciali minacciano la ripresa. Impatti anche sull'Italia e sull'UE.

Calano Pil e fiducia, la Germania non riparte

Gabriel Debach, analista di eToro

Dopo il lieve aumento del trimestre precedente, in primavera l’economia tedesca ha nuovamente rallentato. Il prodotto interno lordo, infatti, è diminuito dello 0,1%, confermando la stima iniziale di fine luglio di Destatis, l’ufficio federale di statistica della Germania. Risulta peggiore del dato previsto dagli analisti anche la fiducia dei consumatori tedeschi: l’indice Gfk, in base al sondaggio condotto questo mese, evidenzia un valore pari a -22 punti, in calo rispetto al -18,6 punti di agosto.

"A quanto pare l’euforia dei consumatori tedeschi innescata dai Campionati europei di calcio è stata solo una breve fiammata ed è svanita con la fine del torneo", commenta Rolf Buerkl del Nuremberg Institute for Market Decisions che compila l’indice insieme a Gfk. Secondo gli ultimi indicatori di fiducia forniti da imprenditori, investitori e famiglie, che prevedono una seconda metà dell’anno difficile, l’economia tedesca non dovrebbe riprendersi presto.

"La Germania sta pagando il prezzo della sua forte dipendenza dal settore manifatturiero", spiega Gabriel Debach, Italian market analyst di eToro. "Prima è stata colpita dagli effetti energetici derivanti dalla crisi russa, poi dal rallentamento economico cinese. In aggiunta, lo spettro di una possibile guerra tariffaria tra Europa e Cina, così come tra Europa e Stati Uniti, getta ulteriori ombre su un futuro già incerto", sottolinea. Infatti, la produzione del manifatturiero tedesco, che soffre da diversi trimestri, è diminuita dello 0,2%. A tutto ciò si aggiunge il rallentamento nel settore automobilistico, aggravato dalla concorrenza cinese. Mentre i salari reali in Europa sono cresciuti del 2,7%, in Germania l’incremento si è fermato a un modesto 1,5%.

La frenata tedesca ha inevitabili ripercussioni anche sul nostro Paese. "La Germania è il principale partner commerciale dell’Italia, sia per quanto riguarda le esportazioni che le importazioni – evidenzia l’analista di eToro –. I dati dell’Info Mercati Esteri del governo indicano una diminuzione dell’export italiano del 3,6% nel 2023, che si è ulteriormente aggravata con un calo del 6,3% nei primi cinque mesi del 2024".

Ed essendo uno sbocco fondamentale anche per molte altre economie del continente, la Germania rischia di trascinare con sé l’Unione europea. "Il suo rallentamento si riflette inevitabilmente su scala europea. Tuttavia, è importante considerare che eventuali futuri tagli dei tassi d’interesse potrebbero portare una boccata d’ossigeno e contribuire a un potenziale rilancio economico", osserva ancora Gabriel Debach.

Fruzsina Szikszai