Mercoledì 12 Marzo 2025
MADDALENA DE FRANCHIS
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Economia

Il cacao inverte la rotta: crollano i consumi, frenano le quotazioni. Calano i ceci

L’ultimo report di Aretè con le previsioni per le materie prime del settore agrifood. Tendenza ribassista pure per il frumento tenero

Il crollo dei consumi frena l'impennata del cacao

Il crollo dei consumi frena l'impennata del cacao

Roma, 12 marzo 2025 – Gli esperti ne parlano già da qualche settimana, ma lo scenario, in costante evoluzione, costringe a mantenersi prudenti: dopo i rincari registrati in particolare nell’ultimo anno, va delineandosi un cambio di rotta – timido, ma significativo - per l’andamento del mercato del cacao.

A confermarlo è l’ultimo report rilasciato da Aretè, società indipendente specializzata nella formulazione di sistemi previsionali sulle materie prime per l’industria agrifood.

Oltre al cacao – nell’occhio del ciclone, assieme al caffè, proprio per i rialzi registrati negli ultimi mesi – gli analisti di Areté si sono concentrati sulle quotazioni di frumento tenero, uva passa e ceci.

Cacao, si consolida il trend ribassista: quotazioni in aumento solo per la polvere

Nel suo ultimo bollettino, l’Icco-International cocoa organization (Organizzazione internazionale del cacao, con sede a Ginevra) ha pubblicato i primi scenari sui fondamentali di mercato della campagna 2024/25, cominciata a ottobre 2024. A livello globale, la produzione netta di cacao è prevista aumentare del +7,8%, arrivando a quota 4,79 milioni di tonnellate. I consumi sono invece proiettati in calo di almeno il 4,8%. Dopo tre campagne deficitarie consecutive, il mercato dovrebbe tornare, dunque, in surplus (+142.000 tonnellate), con stock in aumento del +10,6% rispetto alla scorsa campagna. Secondo l’analisi Areté, i prezzi della fava di cacao, hanno subito, da inizio anno, un calo pari a circa -30% sul mercato International exchange di Londra. Cali più che proporzionali hanno caratterizzato burro e massa di cacao (circa -40%); la polvere si mantiene, invece, su prezzi record: circa 9,3 €/Kg la 10/12 (+17% da inizio anno).

Frumento tenero ai minimi da fine novembre 2024

Tendenza ribassista confermata anche per il frumento tenero (usato prevalentemente per la panificazione e la pasticceria): in particolare, i prezzi finanziari europei hanno segnato, solo nell’ultima settimana, un -5%, toccando i minimi da fine novembre. Le analisi Areté identificano, tra i principali fattori di ribasso, il recente rafforzamento dell’euro sul dollaro (+3% nelle ultime due settimane) e gli effetti spillover (letteralmente, ‘ricadute’) derivanti dall’andamento dei prezzi a livello globale. I prezzi Usa, in particolare, risentono sia delle prospettive di un mercato più approvvigionato nella prossima campagna, sia dei ribassi che stanno caratterizzando mercati alternativi come quello del mais (direttamente impattato dalle politiche commerciali intraprese dall’amministrazione Trump).

Uva passa: la sultanina turca soffre la concorrenza del prodotto sudafricano

Da inizio anno, la quotazione della sultanina n° 9 turca (varietà tra le più note di uva essiccata) ha registrato, sul mercato di Londra, un calo del 7%, attestandosi intorno alle 2.850 sterline/tonnellata. Secondo gli esperti di Areté, la flessione registrata è riconducibile ai segnali di rallentamento della domanda di prodotto turco, meno competitivo rispetto ad altre origini e caratterizzato anche da problemi di tipo qualitativo. Inoltre, il mercato risente dell'arrivo del nuovo raccolto sudafricano - atteso su livelli record – che sta attirando maggiormente l'attenzione dei Paesi consumatori. Nonostante il calo, i prezzi turchi risultano ancora su livelli storicamente elevati (+8% rispetto a febbraio 2024 e, addirittura, +93% rispetto a febbraio 2023), a causa sia di un'offerta estremamente limitata (dopo le produzioni deludenti delle ultime due campagne), sia di un contesto macroeconomico interno molto delicato.

Anche per i ceci quotazioni in netto calo

A livello medio mensile, tra gennaio e febbraio, le quotazioni dei Kabuli canadesi (la varietà più diffusa e commercializzata del legume) sono calate del 13%, toccando valori inferiori anche a quelli di inizio campagna (agosto 2024). Secondo le analisi Areté, il trend ribassista, innescato dalle prospettive di un raccolto abbondante, è dovuto alla domanda internazionale debole e al buon livello di approvvigionamento del mercato globale. Questi fattori hanno limitato gli aumenti che intervengono, di solito, nei mesi immediatamente successivi alla raccolta e stanno contribuendo, ora, all’ulteriore consolidamento del trend. Le quotazioni medie per la campagna in corso risultano, in effetti, inferiori del 21% rispetto alla media delle tre campagne precedenti.