Roma, 5 maggio 2024 – E’ partita questa mattina (e durerà fino al 10 maggio alle ore 13, salvo chiusura anticipata) la corsa all’acquisto del BTp Valore maggio 2024 (codice ISIN IT0005594491), ultimo nato di una serie fortunata di Buoni del Tesoro poliennali.
Via all’emissione
Al 31 marzo 2024, al termine della terza emissione, erano in circolazione BTp Valore per un ammontare complessivo di 53,7 miliardi di euro, pari al 2,2% dell'ammontare complessivo dei titoli di Stato in circolazione alla stessa data.
I risultati attesi
Vediamo ora come andrà con la quarta emissione ma al Tesoro sono ottimisti sul fatto che i piccoli risparmiatori italiani (mercato retail) saranno attratti da rendimenti che si stimano “buoni” specie se i tassi caleranno e quindi il valore dei titoli aumenterà (per chi vuole cederli prima della scadenza).
Il portafogli
Ma va fatta molta attenzione alla composizione del proprio portafoglio obbligazionario e va anche considerato il rischio di dover vendere i titoli prima della scadenza dovendo così subire le oscillazioni di mercato dei titoli stessi.
Reendimenti, durata e tassi
La durata è fissata in 6 anni e la scadenza è quindi a maggio 2030. Per quel che riguarda i rendimenti, vige il consueto meccanismo del BTp Valore delle cedole crescenti con tasso al 3,35% per il 1°, 2° e 3° anno, e al 3,9% per il 4°, 5° e 6° anno, più un extra premio fedeltà dello 0,8% per chi lo acquista in collocamento e lo detiene fino alla scadenza fissata al maggio 2030.
Come acquistarli
Si ribadisce che la vendita è riservata solo ai piccoli risparmiatori che possono acquistarlo in banca o in Posta, o tramite home banking se abilitato alle funzioni di trading online. Bisogna avere un conto corrente con conto deposito titoli sulla piattaforma MOT con investimento minimo di 1.000 euro.
Il collocamento
E comprare il BTp Valore (e ogni altro tipo di BTp) durante i giorni del collocamento conviene rispetto all’acquisto sul mercato secondario poiché non vengono applicate commissioni.
La tassazione
La tassazione agevolata al 12,5% e l’esenzione dall’imposta di successione sono le caratteristiche chiave che determinano la convenienza fiscale del BTp; inoltre, fino a 50mila euro, i titoli di Stato saranno esclusi dal calcolo dell’Isee.
I rischi e i vantaggi
Dal punto di vista del sottoscrittore, i BTp Valore hanno diversi vantaggi: sono investimenti considerati a basso rischio, facilmente accessibili, liquidi e con rendimenti stabili e prevedibili. Risultano quindi adatti a chi ha una modesta tolleranza al rischio e cerca, al contempo, una fonte affidabile di reddito fisso o anche a chi vuole diversificare il proprio portafoglio ma con rendimenti che – specie se caleranno i tassi di interesse – sono di sicuro interesse se si guarda al comparto delle obbligazioni e del reddito fisso emesso dagli Stati (il debito pubblico italiano è quello che al momento paga gli interessi più alti nell’Europa occidentale, sud compreso).
L’interesse composto
Da sottolineare che i BTp non offrono interesse composto: vale a dire che le cedole vengono pagate di volta in volta, quindi l’interesse che si guadagna non si “somma” all’investimento (come invece accade, ad esempio, in un fondo comune obbligazionario) in modo da non generare interessi sugli interessi. Così come non vanno trascurati i due rischi a cui si sottopone chi acquista BTp, vale a dire il rischio di mercato e il rischio emittente. Il primo è rappresentato dal fatto che il prezzo del BTp Valore può variare sul mercato secondario in base all’andamento del mercato obbligazionario, della politica monetaria della banca centrale e delle condizioni di mercato del paese.
I Btp Valore convengono?
Di fatto i prezzi scenderanno se i tassi aumenteranno e saliranno se i tassi scenderanno; quindi venderli prima della scadenza espone al rischio prezzo. Il secondo è rappresentato dal rischio emittente: i titoli di Stato, infatti, sono soggetti al rischio che lo Stato emittente non sia in grado di pagare gli interessi e restituire il capitale prestato, se dovesse incontrare difficoltà finanziarie. In alcuni casi, potrebbero verificarsi problemi di solvibilità o ristrutturazioni del debito.
Rischio default
L’Italia non ha casi di insolvenza sovrana, e l’outlook da parte di agenzie di rating come Fitch è stato nei giorni scorsi valutato BBB con prospettiva stabile. Detto ciò anche se remoto, il rischio esiste, visto che l’Italia ha un debito pubblico tra i più alti d’Europa (a fine febbraio 2024 aveva raggiunto la cifra di 2.872 miliardi di euro) e una crescita economica stagnante, rendendo i titoli di Stato italiani più rischiosi rispetto a quelli di altri paesi anche meno “sviluppati” economicamente come la Grecia.
Quindi l’acquisto di BTp deve inseriti in una bilanciata gestione del proprio portafoglio che tenga conto del grado di esposizione complessivo ai titoli di Stato italiani. In questo senso, se si possiedono già altri BTP, è importante assicurarsi di avere una diversificazione adeguata del rischio e del tempo di investimento; e questo anche se si possiedono indirettamente BTp attraverso fondi comuni di investimento o ETF obbligazionari. Ciò potrebbe portare a un’eccessiva concentrazione sull’Italia e su una singola classe di asset, il che aumenta il rischio complessivo.
Il parere degli esperti
Secondo le valutazioni di Segreti Bancari (un sito di consulenza finanziaria fondato da Daniele Cottino) “dal punto di vista degli investitori, il BTp Valore potrebbe non essere la scelta migliore per diversi motivi. Innanzitutto, il premio fedeltà associato a questo tipo di titolo potrebbe incentivare gli investitori a portarlo a scadenza, rendendo il titolo poco liquido. In secondo luogo, in un mercato efficiente, il rendimento del BTp Valore si allineerà a quello dei BTp già in circolazione con la stessa scadenza, rendendo questo titolo meno vantaggioso per un investimento. Pertanto, per coloro che cercano un’opzione di investimento più liquida e conveniente, potrebbe essere più opportuno scegliere altri titoli”.
Una emissione che dimostrerebbe il tentativo del Mef di far sottoscrivere agli italiani il debito pubblico italiano “per sopperire alla mancanza di acquisti da parte della Bce e di alcuni investitori istituzionali”. In particolare la quota di debito pubblico detenuto da investitori domestici è passato, nell’ultimo anno, 259,4 miliardi a 382,6 miliardi. Si tratta di un incremento del 47,5% in soli 12 mesi. Secondo Roberto Rossignoli, senior portfolio manager di Moneyfarm, come riportato da Focusrispamio, “come per tutte le obbligazioni, le variazioni di tasso possono comportare oscillazioni di prezzo significative. E, nonostante la garanzia del rimborso a scadenza del capitale investito, non si possono escludere a priori fasi di performance negative, anche lunghi”. Ad esempio, durante la crisi dell’Eurozona nel 2011 e quello subito dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022, la performance di un indice generico che replica una posizione in Btp ha perso oltre il 15%.
“Ad oggi, lo spread Btp-Bund si attesta intorno ai 140 punti base, un valore relativamente ristretto se confrontato allo storico dal 2011 in poi, ma ogni eventuale variazione al rialzo rappresenta un rischio significativo per gli investitori sovraesposti a questo tipo di strumento”, osserva Rossignoli. Ne deriva così che mentre i sottoscrittori che decidano di mantenere le proprie posizioni non incorrerebbero in perdite dirette, poiché lo Stato continuerebbe a pagare le cedole e a rimborsare il capitale a scadenza (scontando solo il rischio, remoto, che l’Italia finisca in default) , chi volesse invece riscattare il proprio investimento per ottenere liquidità immediata prima dei sei anni, potrebbe dover vendere i titoli a un prezzo inferiore rispetto a quello di acquisto, registrando quindi delle perdite.
Diversificazione del portafogli
In conclusione, la parola chiave ancora una volta resta solo una: diversificare, cioè non concentrare il rischio su un solo strumento, ma costruire portafogli multi-asset, in cui l’esposizione al Btp sia considerata all’interno di una pianificazione finanziaria più ampia.