E’ partito oggi, lunedì 5 giugno, il collocamento del Btp Valore, il nuovo strumento pensato per i piccoli risparmiatori. Il titolo si aggiunge a una lunga serie di emissioni destinate ai clienti retail, a cominciare dal Btp Italia che appare come il suo diretto concorrente.
Btp Valore vs Btp Italia
Ma quale conviene di più? La battaglia è sempre quella con l’inflazione. Il Btp Valore non è indicizzato, e questa è la differenza principale con il Btp Italia che fin qui è stato il protagonista quasi assoluto sulla scena dei bond governativi dedicati ai piccoli investitori. Ma offre, e qui si arriva alla seconda caratteristica distintiva, un rendimento che cresce nel tempo mentre le prospettive dell’indice dei prezzi sono in discesa.
Proprio l’incertezza sul futuro dell’inflazione complica l’impresa di comparare ex ante la convenienza dei due titoli. Ma qualche stima può aiutare.
I rendimenti del Btp Valore
La famiglia dei Btp Valore debutta con un titolo a quattro anni, dunque in un orizzonte piuttosto breve. Il sistema a scalini crescenti porta la cedola dal 3,25% lordo annuo dei primi due anni al 4% negli ultimi due, in un cammino che si conclude con il premio fedeltà dello 0,5% per chi compra il Btp all’emissione, tra oggi e il 9 giugno, e lo porta a scadenza. Su queste basi, con vendita alla pari (ovvero allo stesso prezzo di acquisto) senza commissioni e con una tassazione agevolata del 12,5%, i calcoli fatti dal Sole 24 Ore indicano un rendimento medio a scadenza che sfiora il 3,1% (compreso il premio fedeltà).
Protezione dall’inflazione
Un livello che offrirebbe una protezione praticamente integrale a un’inflazione in linea con le ultime previsioni della Bce, che dal 5,3% atteso quest’anno scendono al 2,9% e al 2,1% nei prossimi due (per il quarto l’obiettivo è il 2%). Va aggiunto che, comunque, i tassi comunicati dal Ministero dell’economia per il Btp Valore sono “minimi garantiti”, e potranno quindi essere corretti al rialzo al termine del periodo di emissione (il 9 giugno), se in settimana si dovessero registrare variazioni non marginali nel panorama dei rendimenti.
Nessun tetto alle richieste
La chiusura potrebbe essere anticipata, comunque non prima di mercoledì e solo nel caso di significativi cambiamenti di mercato. Non esistono inoltre tetti predeterminati alle richieste: quelle che arriveranno saranno soddisfatte in modo integrale.
I rendimenti dei Btp Italia
Per quanto riguarda il Btp Italia, bisogna ricordare che il titolo è indicizzato. In altre parole, protegge dall’aumento del costo della vita: grazie al meccanismo di indicizzazione utilizzato, ogni 6 mesi il titolo riconosce al detentore il recupero della perdita del potere di acquisto attraverso il pagamento della rivalutazione del capitale sottoscritto. Le cedole, poi, anch’esse pagate ogni semestre, garantiscono un rendimento minimo costante in termini reali pari al 2% annuo. Inoltre, l’inflazione fa crescere anche la base di calcolo del tasso garantito (il 2% appunto) perché il rendimento si applica al capitale rivalutato. A completare i meccanismi di rivalutazione interviene poi anche il premio fedeltà dell’8 per mille, calcolato però sull’investimento iniziale non rivalutato.
La simulazione dei Btp Italia
E dunque: quanto rende il Btp Italia? Prendendo a riferimento le simulazioni effettuate al momento dell’ultima emissione di marzo, che scontavano un’inflazione leggermente più elevata di quella attuale, il rendimento è molto generoso. All’epoca, l’inflazione era prevista in crescita del 6,3% quest’anno, del 3,4% nel prossimo, del 2,3% nel 2025 e del 2% per gli anni successivi. In questo scenario, l’effetto di indicizzazione, la cedola pagata dal Tesoro e il premio fedeltà portano il rendimento medio annuo del titolo al 5,8%. La media proviene da un progressivo raffreddamento dell’inflazione iniziale, e anche questo è un aspetto non secondario. Con i dati di marzo, nell’anno di partenza del titolo è si prevede un rendimento pari almeno al 7-8%, in base ai calcoli del Sole 24 Ore. Inoltre, chi vende il Btp Italia prima della scadenza rinuncia al premio fedeltà finale, che tuttavia non appare decisivo (l’8 per mille si traduce in uno 0,16% annuale) per i destini dell’investimento.
Il Btp ordinario
Un ultimo confronto infine va fatto con la grande famiglia dei Btp. Il Btp Valore a quattro anni appare al momento più conveniente del Btp ordinario di pari durata. Il primo offre un tasso minimo finale annuo del 3,75% (compreso il premio fedeltà), 25 punti base in più, ovvero lo 0,25%, del suo omologo standard. Si tratta dello stesso tasso che oggi il mercato riconosce ai Btp standard a 7 anni.