Domenica 30 Marzo 2025
GIORGIO COSTA
Economia

Btp Più, conviene comprare? Quello che c'è da sapere prima di decidere

La caratteristica principale del titolo è la flessibilità, con la possibilità di restituirlo dopo quattro anni con il rimborso integrale del capitale versato. Come per i Bpt Valore c’è il meccanismo step up

Btp Più, conviene comprare? Quello che c'è da sapere prima di decidere

Roma, 16 febbraio 2025 – Il Btp da sempre garantisce buoni rendimenti, ma questa volta nel meccanismo rientra anche la flessibilità: si può quindi chiedere la restituzione del capitale investito, in tutto in parte, dopo 4 anni rinunciando al rendimento maggiorato garantito nell’ultimo periodo. Si tratta dell’opzione put, cioè la possibilità di restituire il titolo dopo quattro anni con il rimborso integrale del capitale versato, a prescindere dall’andamento di mercato del titolo. L’opzione sarà esercitabile a gennaio 2029, quindi alla vigilia del quarto compleanno del titolo. In ogni caso, per tutti sarà sempre possibile vendere e comprare il Btp sul mercato ma l’opzione put è riservata a chi acquista il titolo in sottoscrizione. Più in ogni momento sul secondario, ai valori di mercato, come avviene per tutti i titoli di Stato ordinari.

Ma andiamo con ordine e vediamo nel dettaglio il funzionamento del Btp Più per poi analizzarne i punti forza. Il nuovo BTp Più che sarà in offerta da lunedì 17 febbraio avrà una durata di otto anni e una vita articolata su due periodi: nel primo quadriennio il rendimento lordo annuo sarà del 2,8%, mentre nel secondo tempo salirà al 3,6%. Il meccanismo step up, che aumenta la cedola con il trascorrere del tempo, è ormai abituale per i Btp Valore, la famiglia di titoli di Stato pensati per il retail avviata nel 2023, ma in questo ultimo prodotto del filone lo scalino raggiunge una dimensione superiore alle precedenti: e per questa via ingloba nell’architettura dei tassi il premio fedeltà, solitamente riservato a chi acquista nei giorni dell’emissione e mantiene il BTp in portafoglio fino alla scadenza.

Proprio qui c’è la leva ufficiale del nuovo Btp: che prospetta rendimenti in crescita sensibile nel tempo mentre l’orizzonte dei tassi, con tutte le incognite del caso, appare comunque inclinato verso la discesa.

Infatti, se da un lato ci si aspetta un possibile calo dei tassi nel 2025, la volatilità che aleggia sugli anni successivi, con un tasso al rialzo nei successivi quattro, rende quest’offerta un valido strumento per attrarre la domanda interna. E poi ci sono alcuni dettagli che fanno la differenza: la cedola trimestrale (con un flusso di reddito subito visibile per l’obbligazionista), la tassazione agevolata (un aspetto da non sottovalutare) al 12,5% e l’esenzione dal calcolo Isee per importi fino a 50.000 euro. Una serie di vantaggi che non passano inosservati.

Ma la novità più importante di questa emissione del Btp Più è che gli investitori, alla fine del quarto anno (febbraio 2029), potranno richiedere il rimborso anticipato, totale o parziale, del capitale, recuperando interamente l’ammontare investito o la quota parte che si desidera svincolare, per lotti minimi pari a 1.000 euro, dando una comunicazione alla propria banca o all’ufficio postale nel corso di una apposita finestra temporale che sarà resa nota dal Ministero dell’economia e delle finanze a gennaio 2029 e che sarà indicata nella scheda informativa del Titolo. Dunque l’asso nella manica del titolo è la flessibilità che, tuttavia, non penalizza il rendimento anche se la cedola, ovviamente, premia chi decide di rimanere nell’investimento. Ovviamente, come per tutti i titoli di Stato, resta la possibilità di negoziazione, cioè di vendita e acquisto, anche sul mercato regolamentato.

Abbiamo digerito senza batter ciglio la sciagurata iniziativa delle sanzioni alla Russia, che non ha avuto alcun effetto deterrente, ma ha danneggiato l'economia europea, e abbiamo paura dei dazi di T