Roma, 4 marzo 2023 - Cresce la 'febbre' per l'emissione del nuovo Btp Italia a partire da lunedì 6 marzo 2023. La cedola minima provvisoria è del 2%, più alta, in una fase caratterizzata dal rialzo dei tassi, delle ultime emissioni (per quella del 2022 la cedola era dell'1,6%). Sarà invece stabilita il 9 marzo, nella quarta giornata di emissione, la cedola definitiva, che potrà essere rivista al rialzo o confermata al 2%. Il nuovo Btp Italia ha una durata di cinque anni, scadrà dunque nel 2028, ed è indicizzato all'inflazione.
Conviene investirci almeno il taglio minimo?
Se si rispetta la scadenza quinquennale, il Btp Italia può essere considerato uno strumento sicuro e più semplice di altri. È un investimento che prevede una remunerazione sempre allineata all’evoluzione del costo della vita. Le innovative modalità di acquisto all’emissione diretto (su piattaforma www.borsaitaliana.it) ne fanno un prodotto ideale per chi è abituato a gestire in autonomia i propri investimenti tramite i sistemi di trading online. La cedola della diciannovesima emissione, in particolare, è ricca, più alta che delle precedenti. Viene pagata ogni sei mesi, quindi la prima sarà pagata a settembre 2023. Il capitale investito è garantito a scadenza. E' previsto anche un premio fedeltà pari al'8 per mille per coloro che lo acquistano all'emissione e lo tengono fino alla scadenza del 2028. Come tutti gli altri titoli di Stato, anche il Btp Italia è tassato al 12,5%, che è una tassazione agevolata. I piccoli risparmiatori che lo acquistano nei giorni di collocamento non devono pagare commissioni e l'investimento.
Il problema è che i rendimenti del titolo sono collegati al tasso di inflazione nazionale, il cui indice di riferimento è il FOI, cioè l'indice Istat dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, al netto dei tabacchi. L'emissione del titolo avviene probabilmente in quello che è il picco dell'inflazione, che sembra anzi già superato, in quanto da gennaio 2023 sta frenando. Significa che chi si aspetta maxi cedole probabilmente resterà deluso.
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Il confronto con i Btp a 5 anni a cedola fissa
Attualmente il Btp a cinque anni con scadenza nel 2028 e cedola fissa ha un rendimento lordo annuo superiore al 4% nominale (2% reale). Il Btp Italia diventa conveniente solo nel caso in cui, quindi, l'inflazione media annua per i prossimi cinque anni si attesti sopra il 2%. Solo così, infatti, il rendimento diventa maggiore rispetto a quello a cedola fissa. Facciamo qualche simulazione su un nvestimento minimo di 1.000 euro nel Btp Italia. Se l'inflazione è zero, la cedola semestrale dell'1% sarà pari a 10 euro e a fine anno avrò 1.020 euro. Se l'inflazione è al 2%, oltre ai 10 euro pari all'1% di 1000 euro, avrò 40 euro come rivalutazione del capitale e lo 0,40 come rivalutazione della cedola. In totale quindi, 40,4 euro come cedola semestrale. Ad un anno dall'acquisto avrò 1.080,80 euro. Se l'inflazione è negativa (deflazione), avrò sempre la cedola semestrale dell'1%, pari a 10 euro, ma senza rivalutazione e quindi un capitale di 1.020 euro a fine anno.