Quasi dieci miliardi di euro di debito pubblico nazionale. E’ la fetta corrispondente al nuovo Btp Italia indicizzato all’inflazione, con scadenza a marzo 2028, che è appena stata immessa sul mercato con grande interesse in termini di domanda. Una domanda in larghissima parte proveniente dal nostro Paese.
I dati degli acquirenti
La finestra d’acquisto in fase d’asta è rimasta aperta dal 6 al 9 marzo (ora per chi è interessato sono disponibili solo le quotazioni del mercato secondario), con l’ultimo giorno in particolare destinato agli investitori istituzionali. In questo caso sono stati registrati 178 contratti che hanno portato a un volare complessivo di un miliardo e 353.653 euro. Sommando la cifra agli altri 8 miliardi e 563.209 euro sottoscritti dai piccoli risparmiatori, la cifra complessiva porta l’entità dell’operazione a sfiorare i 10 miliardi. Un successo.
Le statistiche del Mef
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha reso noti i dati relativi alla seconda fase, che ha visto un grande interesse da parte degli investitori domestici, arrivati a mettere le mani su quasi l’85% del miliardo e 353.653 euro in questione. La parte restante è stata divisa tra gli operatori istituzionali europei, con la Svizzera (5,7%), la Francia (4,7%) e la Germania (2,7%) su tutti. Sempre con riferimento alla seconda fase di collocamento, il 43% è stato collocato presso le banche mentre il 33,9%presso asset manager.
Chi sono gli acquirenti
Il 23% dei compratori si muove su un orizzonte temporale di lungo periodo. In particolare, il 17,5% dei titoli è finito nei bilanci di istituzioni governative, mentre il 5.6% è stato sottoscritto da assicurazioni.
Quanto rende il Btp Italia 2023?
La cedola base è stata fissata al 2%, in rialzo rispetto all’1,6% dell’ultima emissione, ma a questo dato c’è da aggiungere il parametro che sta davvero facendo la differenza nelle scelte dei risparmiatori e cioè l’ancoraggio all’inflazione. Il che vuol dire che se il costo del denaro dovesse continuare a restare alto anche nel prossimo futuro, gli importi delle cedole sono destinati a salire in maniera significativa.
Come calcolare la rivalutazione
Il riferimento è l’indice Foi, che misura i prezzi al consumo. La variazione viene calcolata ogni 6 mesi e in caso di crescita, la percentuale di variazione viene sommata sia alla cedola in pagamento, sia al capitale nominale investito. Il Btp Italia emesso a marzo 2023 staccherà la prima cedola a settembre di quest’anno, data in cui i risparmiatori avranno dunque il primo assaggio concreto della reddtiivtà reale del loro investimento.
Le previsioni
In nessun settore esistono sfere di cristallo e il mondo della finanza di certo non rappresenta un’eccezione. Detto questo, gli analisti a oggi stanno stimando per il 2023 un aumento dell’indice dei prezzi al consumo di circa il 5%. Fosse vero, il rendimento su base annua andrebbe a collocarsi tra il 7 e l’8%.
Bonus extra
Chi eviterà operazioni speculative tenendo il titolo in portafoglio fino alla scadenza, verrà poi premiato con un ulteriore bonus pari all’otto per mille. Un incentivo in più che in ogni caso di certo non sarà dirimente, perché la vera differenza in questo tipo di operazione la giocherà la curva che assumerà l’inflazione da qui ai prossimi cinque anni. Viste le premesse, almeno nell’immediato, questa è l’unica occasione nella quale la ripida crescita dei prezzi potrebbe far sorridere chi ha deciso di scommettere su questa fetta di debito pubblico italiano.