Roma, 27 settembre 2023 - I titoli di Stato sono obbligazioni emesse regolarmente dal ministero dell’Economia e delle Finanze attraverso il dipartimento del Tesoro per finanziare lo Stato e rappresentano una forma di investimento per i cittadini. La Banca d'Italia ha un portale dedicato, chiamato ‘Quello che conta’, aperto a tutti, utile per chi vuole investire in titoli di Stato e più in generale vuole imparare l'abc della finanza. Molte sono le obbligazioni tra cui scegliere, dai Bot a, per esempio, i Buoni del Tesoro Poliennali, o Btp.
Cosa sono i Btp
I Buoni del Tesoro Poliennali sono titoli caratterizzati da cedole fisse semestrali che offrono la possibilità di scegliere tra diverse durate dall'emissione: 3, 5, 7, 10, 15, 20, 30 e fino ai 50 anni. Questi titoli, tramite il pagamento di cedole, permettono di avere un reddito costante nell’arco della loro vita. La garanzia di un reddito periodico prestabilito, ossia la cedola fissa, ha come conseguenza che il prezzo sul mercato secondario, e quindi il valore capitale che è possibile ottenere da un’eventuale vendita prima della scadenza, può discostarsi sia dal capitale inizialmente investito sia dal rimborso a scadenza, variando in funzione del livello corrente dei tassi di interesse sul debito pubblico italiano. Chi acquista un Btp ha dunque diritto a ricevere dunque il rimborso a scadenza del capitale nominale, eventualmente rivalutato e una remunerazione periodica a titolo di interesse sul capitale investito, sotto forma di cedole.
I Btp€i, ovvero i Btp indicizzati all'inflazione
Nell'ambito dei Btp ci sono anche i Btp€i, ovvero quelli indicizzati all'inflazione europea. Sono titoli con durata di 5, 10, 15 e 30 anni che garantiscono un reddito costante, ma in termini reali, cioè prevedono una protezione contro l’aumento del livello dei prezzi a livello europeo. Sia il capitale, che viene rimborsato a scadenza, sia le cedole semestrali, sono rivalutate in base all’andamento dell’inflazione europea, misurato dall’Indice armonizzato dei prezzi al consumo nell’area dell’euro, cioè Iapc, con esclusione dei tabacchi. Ciò significa che se un risparmiatore fa oggi un investimento di 10mila euro in questi Btp, tra 30 anni non vedrà svalutarsi a causa dell’inflazione l’importo investito.
I Btp Italia
I Buoni del Tesoro Poliennali Italia sono titoli con cedole semestrali e durata stabilita di volta in volta, mediamente di sei anni. Per questi titoli, ideati e dedicati - anche se non in maniera esclusiva - all’investimento dei risparmiatori individuali, l’acquisto all’emissione, oltre che allo sportello bancario o in un ufficio postale, può essere fatto anche via internet, tramite qualsiasi sistema di home banking abilitato. Per consentire ai risparmiatori questa modalità più diretta di sottoscrizione, il Tesoro si avvale per il collocamento della piattaforma di negoziazione di Borsa Italiana, il Mot, ovvero il mercato regolamentato per gli scambi al dettaglio. I Btp Italia garantiscono una protezione contro l’aumento del livello dei prezzi rilevato in Italia. La rivalutazione di cedole e capitale viene corrisposta ogni sei mesi e segue appunto l'andamento dell’inflazione italiana, misurato dall’Indice nazionale dei prezzi al consumo per famiglie di operai ed impiegati, il cosiddetto Foi, con esclusione dei tabacchi. Di recente sono stati emessi alcuni Btp italia che garantiscono anche, per chi li tiene fino alla scadenza, un rendimento aggiuntivo, chiamato 'premio fedeltà'.
Altri tipi di Btp: Green e Futura
Il Btp Green serve a finanziare le spese sostenute dallo Stato con positivo impatto ambientale. Il primo Btp Green è stato emesso dal Tesoro italiano il 3 marzo 2022 con scadenza 30 aprile 2045. Il Btp Futura è invece un Buono del Tesoro Poliennale che cresce al crescere del Pil italiano. Chi lo detiene fino a scadenza ottiene anche in questo caso il 'premio fedeltà'.
Dove e quando si comprano i Btp
I Btp, come gli altri titoli di Stato, si possono acquistare sia al momento dell'emissione, tipicamente tramite asta, sia sul mercato secondario, dove vengono quotidianamente scambiati. In entrambi i casi è necessario rivolgersi alla banca o intermediario finanziario abilitato dove si ha il conto. Acquistando in asta si ha il vantaggio di non pagare commissioni. Il taglio minimo è di 1.000 euro e si devono prenotare i Btp almeno un giorno di anticipo rispetto alla data dell'asta, che viene comunicata dal dipartimento del Tesoro del Mef. Acquistando sul mercato secondario si comprano invece i titoli di Stato già in circolazione. In questo caso le banche e gli altri intermediari finanziari sono liberi di applicare commissioni, che devono essere però chiaramente indicate e possono comunque essere negoziate dai risparmiatori.
Perché investire in Btp e quali sono i rischi
I Btp, come tutti i titoli emessi da uno Stato, sono considerati in generale più sicuri di quelli emessi da società private. Se rivenduti alla scadenza, garantiscono al risparmiatore il rimborso di quanto investito, più ovviamente il pagamento degli interessi. Per questo, al momento dell'acquisto, va valutata innanzitutto la durata. La cosa migliore infatti è scegliere il Btp a scadenza più breve se pensiamo che i soldi ci possano servire presto, oppure andare su una scadenza più lunga se non pensiamo di avere bisogno dei soldi investiti o ne abbiamo altri da parte con cui affrontare spese impreviste o l’acquisto programmato di una nuova casa e così via. Da ricordare che i rendimenti dei Btp sono tassati al 12,5%, rispetto al 26% di altre obbligazioni e attività finanziarie, il che li rende più appetibili a parità di rendimento lordo.
I Btp si possono vendere prima della scadenza? Certamente, ma in questo caso il controvalore incassato può differire dal valore di rimborso che il risparmiatore avrebbe avuto alla scadenza. I titoli di Stato, infatti, come tutti i titoli negoziabili, sono soggetti ad oscillazione di prezzo e quindi al rischio di mercato. Questo è legato all’andamento dei tassi di interesse sul debito pubblico italiano: se i tassi scendono, il prezzo dei Btp aumenta, se i tassi aumentano, diminuisce il prezzo. Il rischio di oscillazione del prezzo è minore quanto più è breve il termine di scadenza del titolo e quanto più la sua remunerazione varia in funzione dell'andamento dei tassi di interesse, come per esempio accade per i Btp a cedola fissa.