di Pino Di Blasio
L’unico effetto concreto del risiko della finanza giocato solo su carta, ovvero su indiscrezioni giornalistiche, è l’ottovolante in Borsa dei titoli interessati dal ’boatos’ del momento. Soprattutto per un’azione come quella di Banca Mps, con pochissimo flottante, i sussurri e le grida su presunte fusioni e acquisizioni sono come folate di vento per un kitesurf. Dopo aver toccato il massimo giovedì, chiudendo a 2,43 euro, sulla scia delle indiscrezioni della probabile e imminente fusione con Bper, ieri il titolo Banca Mps ha ceduto il 10,8%, chiudendo a 2,17 euro. Conseguenza delle drastiche prese di distanza dall’operazione tutta su carta, dopo le presunte anticipazioni su Repubblica, evidenziate dai protagonisti delle due banche.
L’occasione per innescare i venti contrari è stato l’incontro annuale dei vertici Consob con gli operatori finanziari e il mercato. Il primo a parlare è stato l’ad di Bper, Piero Luigi Montani. "Mps è a Siena, a noi non interessa nulla", ha detto in tono tranchant con i giornalisti. Poi è toccato al presidente del Monte dei Paschi, Nicola Maione, che è stato consigliere d’amministrazione a Rocca Salimbeni per due mandati, prima di ascendere alla presidenza nell’ultima assemblea. "Noi continuiamo a lavorare sulla strada del miglioramento dei conti, degli utili, e andiamo avanti seguendo il piano industriale" è stata la risposta di Maione. E’ la sintesi della ’dottrina Lovaglio’, ridare valore alla Banca, farla tornare redditizia e capace di generare fino a 700 milioni di utili, restituire capitale agli stakeholder e guadagnare quote di mercato nel retail, con imprese e famiglie. E poi trattare con pari dignità sul futuro della quota di maggioranza, quel 64% che lo Stato dovrà cedere, o diluire fortemente, entro il 2024.
Il meno laconico è stato Carlo Cimbri, presidente di Unipol e uomo forte nella governance Bper. "Se il Monte non interessa a Montani, a me ancora meno. Sono fantasie giornalistiche" ha detto Cimbri, negando che Unipol caldeggi le nozze tra Modena e Siena. "Non siamo mai stati contattati da nessun governo sul dossier,sfido chiunque a trovare una mia sottolineatura d’interesse sull’argomento. Bper è una banca che è cresciuta tanto in poco tempo, quindi è impegnata nell’integrazione delle banche già acquisite".