Arezzo, 4 marzo 2016 - Pier Luigi Boschi dovrà pagare 130 mila euro. In aggiunta ai 144 mila che aveva già versato nell’autunno del 2014. Arriva in extremis, a meno di due settimane dalla scadenza dei termini, la stangata di Banca d’Italia sugli ex vertici di Banca Etruria, il più esposto politicamente fra i quattro istituti finiti nel crac con il decreto del 22 novembre. Le sanzioni, l’atto finale appunto del procedimento amministrativo che via Nazionale aveva avviato da mesi, raggiungono quelli che furono i vertici della banca aretina, commissariati l’11 febbraio 2015, ossia l’ultimo presidente Lorenzo Rosi ed i suoi vice, Alfredo Berni e Pierluigi Boschi, padre del ministro. A ciascuno di loro tocca una multa di 130 mila euro. L’ultima volta, un anno e mezzo fa, Rosi era stato costretto pure lui a versare 144 mila euro, mentre Berni se l’era cavata con 120 mila. In totale, 26 ex membri degli ultimi due cda si sono visti appioppare 2 milioni e 236 mila euro, qualcosa in meno dell’autunno 2014, quando le sanzioni avevano toccato i 2 milioni e mezzo.
Una delle sanzioni più salate tocca ad un altro consigliere molto discusso, Luciano Nataloni, commercialista fiorentino indagato insieme a Rosi per conflitto di interessi: a suo carico la stangata è ancora di 130 mila euro. Più modesta, al confronto, la cifra che tocca a Giuseppe Fornasari, penultimo presidente: 69.500 euro, mentre Luca Bronchi, che fu direttore generale fino al giugno 2014, si vede infliggere 129 mila euro, meno della volta precedente, quando con 202 mila euro era stato il recordman dei multati.