Milano, 4 gennaio 2015 - Nel giorno del debutto Ferrari a Piazza Affari, Milano crolla con le altre borse europee (che bruciano 264 miliardi) sulla scia del tonfo dei listini asiatici.
EUROPA IN ROSSO - A Milano il Ftse Mib è sceso del 3,20% e il Ftse All Share del 3,01%, con il Dax30 a Francoforte ancora più indietro (-4,28%), in quanto listino più esposto a settori come quello auto, particolarmente venduto, quando il Cac40 a Parigi ha perso il 2,47% e il Ftse100 a Londra il 2,39%. A Piazza Affari, tra i titoli a maggiore capitalizzazione, le vendite hanno interessato tutti i settori, a partire da lusso, auto e risparmio gestito. La più venduta è stata Yoox Net-a-porter (-7,20%), con Ferrari che all'esordio milanese si è tenuta in controtendenza (+0,53%).
WALL STREET, CADUTA STORICA - Lunedì nero anche per Wall Street, che registra la peggiore apertura dal 1932, con il Dow Jones che è sceso brevemente sotto la soglia psicologica dei 17.000 punti. A chiusura l'indice perde il 1,58% a 17.150,58 punti, il Nasdaq cede il 2,08% a 4.903,09 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno il 1,51% a 2.012,98 punti.
IL CROLLO ASIATICO - Le borse asiatiche crollano dopo i dati deludenti sull'industria cinese e i riaccesi scontri in Medioriente tra Arabia saudita e Iran. Shenzhen ha chiuso anticipatamente a - 8,22%, così come Shanghai del (-6,86%). Tokyo in calo del 3,06%, Seul del 2,17%. Hong Kong del 2,68%. Tutto parte dell'indice pmi Caixan sulla manifattura cinese, sceso a dicembre a 48,2 per il quinto mese consecutivo. Non è estraneo al 'sell-off' anche l'avvicinarsi della fine del divieto per i grandi azionisti delle società quotate di cedere le proprie azioni, issato dal governo di Pechino per frenare la caduta dei listini azionari nel corso della scorsa estate e in scadenza questa settimana. La sospensione delle contrattazioni in Cina rappresenta la prima applicazione delle nuove regole entrate in vigore con il nuovo anno che prevedono una pausa di 15 minuti nella trattazione di azioni, future e opzioni quando il Csi 300, l'indice delle società a maggiore capitalizzazione di Shanghai e Shenzhen.
L'EFFETTO MEDIO ORIENTE - Alla caduta delle borse asiatiche, oltre ai timori sull'economia cinese, ha contribuito anche il riaccendersi delle tensioni in Medio Oriente, con l'espulsione dei diplomatici iraniani dall'Arabia Saudita. "Stavamo iniziando a vedere segnali che il rallentamento dell'economia cinese aveva fatto il suo corso, perciò i dati di oggi sono deludenti" ha commentato a Bloomberg Masayuki Otani, chief strategist di Securities Japan. "Il tema dell'Arabia Saudita e dell'Iran può essere positivo per il petrolio - ha aggiunto - ma un aumento dei rischi geopolitici è nel complesso negativo per i mercati finanziari".