Milano, 4 gennaio 2019 - All'indomani del tonfo di Wall Street (-2,8% Dow Jones e -3% Nasdaq) innescato dal ko di Apple (-10%), il solido rapporto sui nuovi occupati in dicembre negli Stati Uniti (312.000 contro i 176.000 attesi) e la ripresa dei contatti Usa-Cina per scongiurare nuovi dazi hanno acceso la miccia dei mercati europei che hanno chiuso la giornata in forte rialzo. Non ha spaventato peraltro il balzo al 3,9% del tasso di disoccupazione dal 3,7% di novembre, una performance riconducibile all'aumento del tasso di partecipazione al lavoro salito in dicembre di due decimi al 63,1%, il livello più alto dal 2014. Un aiuto ai mercati è giunto anche dall'ulteriore rialzo dei prezzi del greggio, saliti di oltre il 2% per il wti a 48 dollari il barile.
PIAZZA AFFARI E LE BORSE EUROPEE - In chiusura di giornata Piazza Affari ha dunque chiuso in rialzo del 3,37% e bene sono andate tutte le altre principali piazze europee: Francoforte ha chiuso a +3,29%, Parigi a +1,22% e Londra a +2,72%. A Milano a far da traino sono stati innanzitutto i petroliferi con Saipem (+6,47%), Tenaris (+3,77%) ed Eni (3,61%) in evidenza. Sul fronte dei cambi, l'euro è riuscito a chiudere sopra 1,14 sul dollaro dopo essere sceso in area 1,1350 sulla scia della reazione dei mercati ai dati macro americani. In chiusura di contrattazioni la valuta europea scambia a 1,1407 contro l'1,1394 della chiusura di ieri.
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WALL STREET - Ma Wall Street ha terminato la seduta in profondo rosso, al termine di una settimana difficile. A pesare sono stati anche i timori per il commercio e lo spettro dello shutdown del governo di Washington. Il Dow Jones perde l'1,85% a 22.444,73 punti, il Nasdaq cede il -2,99% a 6.332,99 punti dopo aver toccato il -3,36%, lo S&P perde il 2,06% a 2.416,66 punti.
ISTAT: INFLAZIONE 2018 STABILE ALL'1,2% - Oggi, in Italia e in Europa, sono arrivati anche dati macroeconomici. Nel 2018 i prezzi al consumo registrano una crescita dell'1,2%, "replicando la dinamica annua del 2017", secondo i dati provvisori dell'Istat. "L'inflazione di fondo" al netto degli energetici e degli alimentari freschi, è stabile a +0,7%. L'effetto di trascinamento sul 2019 è "pari a zero". "In media annua, quasi metà dell'inflazione del 2018 è dovuta ai beni energetici nel loro complesso, al netto dei quali i prezzi al consumo sono aumentati dell'1% nel 2017 e dello 0,7% nel 2018", è il commento dell'istituto di statistica.
EUROSTAT: INFLAZIONE EUROZONA CALA ALL'1,6% - L'inflazione su base annuale nell'Eurozona a dicembre cala all'1,6% dall'1,9% di novembre. È la stima flash di Eurostat. Guardando alle componenti principali è l'energia ad avere l'impatto maggiore (5,5% rispetto al 9,1% a novembre), seguita da alimentari, alcool e tabacchi (1,8% rispetto a 1,9% a novembre), servizi (1,3%, stabile rispetto a novembre) e i beni industriali non energetici (0,4%, stabile rispetto a novembre).