Milano, 8 agosto 2023 – Piazza Affari travolta della nuova tassa italiana sugli extra profitti delle banche spazzando via, già nella prima ora di contrattazioni circa 10 miliardi di euro di capitalizzazione, per chiudere con un -8,65 miliardi. Milano ha chiuso a -2,12%: tonfo evitato grazie ai titoli energetici in territorio positivo. Giù anche il resto d’Europa: Francoforte ha perso l'1,11%, Londra lo 0,36%, Madrid lo 0,65% e Parigi lo 0,59%.
Il crollo dei bancari
I titoli bancari archiviano la seduta con un rosso di quasi l'11% per Bper e Banca Mps, quasi il 10% per FinecoBank, oltre il 9% per Banco Bpm, cali di oltre l'8% per Intesa Sanpaolo, di quasi il 6% per Unicredit e Banca Mediolanum, mentre ha limitato le perdite Mediobanca (-2,48%).
Timore che anche altri governi imitino Italia
Pesanti in Borsa anche gli altri istituti europei, con il timore che altri Paesi, dopo l'Italia, decidano di adottare una tassa sugli extraprofitti. In deciso calo anche Bnp Paribas (-3,4%), Banco Santander (-2,3%), Credit Agricole (-3,1%) e Deutsche Bank (-3,9%).
La nota del Mef
In serata arriva la nota del Mef: "La misura proposta dal ministro dell'Economia e delle finanze – si legge -, condivisa e approvata dal consiglio dei ministri nasce sulla scia di norme già esistenti in Europa in materia di extra margini bancari" e "gli istituti bancari che hanno già adeguato i tassi sulla raccolta così come raccomandato lo scorso 15 febbraio con specifica nota da Bankitalia, raccomandazione poi richiamata dal ministro Giorgetti in occasione dell'assemblea Abi lo scorso 5 luglio, non avranno impatti significativi come conseguenza della norma approvata ieri in Cdm".
"Al tempo stesso" – prosegue il comunicato - "la misura, ai fini della salvaguardia della stabilità degli istituti bancari, prevede anche un tetto massimo per il contributo che non può superare lo 0,1 % del totale dell'attivo. A questo proposito si ricorda che la base imponibile di tale imposta è determinata dal maggior valore tra l'ammontare del margine d'interesse di cui alla voce 30 del conto economico, redatto secondo gli schemi approvati dalla Banca d'Italia, relativo all'esercizio antecedente a quello in corso al 1 gennaio 2023 che eccede per almeno il 5 per cento il medesimo margine nell'esercizio antecedente a quello in corso al 1 gennaio 2022 e l'ammontare del margine di interesse di cui alla voce 30 del conto economico, redatto secondo gli schemi approvati dalla Banca d'Italia, relativo all'esercizio antecedente a quello in corso al 1 gennaio 2024 che eccede per almeno il 10 per cento il medesimo margine nell'esercizio antecedente a quello in corso al 1 gennaio 2022".