Milano, 14 febbraio 2019 - Giornata turbolenta per Borsa Italiana. Milano si sveglia oggi - come ieri - in rialzo (+0,43%), ma alla fine il Ftse Mib di Piazza Affari chiude debole (-0,78%) a 19.834 punti, trascinata dall'andamento negativo delle banche. Non aiuta Wall Street col Dow Jones che apre in territorio negativo a -0,46%. E le altre Piazze europee, anche loro, viaggiano in rosso: Parigi -0,23%, Francoforte -0,69%. Unica eccezione Londra +0,09%. Spread tra Btp e bund in rialzo a 270 punti base (ieri a 266) col rendimento del decennale italiano al 2,8%.
Ad appesantire Piazza Affari l'andamento del comparto bancario: Banco Bpm perde il 2,83%, Intesa San Paolo -1,44%, Unicredit -2,20% e Ubi -1,17%. Vola, invece, Astaldi, che guadagna il 15%, dopo l'offerta di Salini Impregilo (+10,46%) che prevede un aumento di capitale per 225 milioni di euro. Nel lusso Ferragamo cede il 3,31%. Tra i pochi valori positivi Saipem +1,39% sul rincaro del greggio, Juventus +2,75%, dopo il collocamento del bond, Campari +1,18%.
WALL STREET - Apertura in territorio negativo per Wall Street. Il Dow Jones perde lo 0,46% a 25.423,85 punti, il Nasdaq cede lo 0,41% a 7.390,23 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno lo 0,48% a 2.739,80 punti. Pesa la brutta notizia delle vendite al dettaglio calate dell'1,2% negli Stati Uniti. Si tratta del calo maggiore dal 2009.
BORSE ASIATICHE - Le Borse asiatiche chiudono deboli, malgrado l'ottimismo sull'andamento dei negoziati tra Cina e Usa. Pesano le prese di benificio degli investitori. Tokyo arretra dello 0,02%, Hong Kong dello 0,235 e Shanghai dello 0,05%. Shenzhen invece guadagna lo 0,66%.
PIL EUROZONA IN CRESCITA, ITALIA UNICA IN CALO - Nel frattempo, l'Eurostat comunica che nel quarto trimestre del 2018, rispetto al precedente, il Pil dell'Eurozona e della Ue-28 è cresciuto dello 0,2%. Per l'Italia si conferma l'unico segno meno della Ue: -0,2%, il più basso, seguito dallo 0% della Germania. Nel terzo trimestre il Pil dell'Eurozona era salito di 0,2% e nella Ue-28 di 0,3%.
GERMANIA, PIL FERMO - Il Pil tedesco resta fermo nel quarto trimestre e così la Germania evita di un soffio la recessione tecnica, dopo il -0,2% del terzo trimestre. Nella prima parte dell'anno l'economia tedesca aveva tirato abbastanza, registrando un +0,4% nel primo trimestre e un +0,5% nel secondo. Complessivamente, il Pil della Germania cresce dell'1,4% nel 2018, lo 0,1 in meno rispetto a quanto stimato a dicembre e nettamente meno del 2,2% del 2017. Due trimestri con il segno meno consecutivi avrebbero significato la recessione tecnica.