Roma, 23 ottobre 2024 – La manovra 2025 include alcune novità importanti circa i bonus bebè e i congedi parentali, e riconosce per la prima volta delle detrazioni alle mamme lavoratrici autonome. Un tema, quest’ultimo, molto delicato, che vede sempre più donne in difficoltà nel coniugare lavoro e famiglia, e che ha nei numeri una conferma: nei primi 7 mesi del 2024, ogni donna ha avuto una fertilità media pari a 1,21 figli, contro l’1,24 del 2022. Anche per questo il governo ha deciso di rispolverare il bonus per i nuovi nati.
Bonus per i nuovi nati Dunque, come detto torna un bonus per i nuovi nati, pari a mille euro una tantum, per ogni bambino che nascerà o verrà adottato a partire dall’1 gennaio 2025. L’importo verrà erogato nel mese di nascita, e varrà non solo per cittadini italiani o della comunità europea che nascono in Italia, ma anche per cittadini non appartenenti all’Unione Europea, ma in possesso del permesso di soggiorno europeo “per soggiornanti di lungo periodo o titolari di permesso unico di lavoro”, e per i residenti per almeno sei mesi in Italia per motivi di ricerca. L’unica condizione da rispettare in termini economici, è quella di avere un Isee familiare inferiore ai 40mila euro anno. L’importo stanziato dal Governo per il bonus è pari a 330 milioni nel 2025 e a 360 milioni nel 2026. L’erogazione verrà presa in carico dall’Inps, non sarà automatica, ma bisognerà farne richiesta.
Bonus nido e congedo parentale Vi è poi da segnalare una modifica che porta con sé la nuova manovra 2025, cioè l’eliminazione del requisito di un secondo figlio minore di 10 anni, per accedere alla maggiorazione di 2100 euro per nuclei con Isee inferiore ai 40mila euro, per il bonus nido. Il Governo per tale modifica ha stanziato 97 milioni di euro per il 2025, 131 milioni per il 2026 e altri 200 milioni dal 2029. Viene anche aggiunto un mese di congedo parentale all’80% dello stipendio fino ai 6 anni del bambino, con uno stanziamento massimo previsto di 300 milioni di euro all’anno. Tali importi serviranno a pagare le rette dell’asilo nido, dunque, anche per chi ha un figlio unico, con un ampliamento rispetto allo scorso anno di 5 milioni di euro di finanziamento, per aiutare anche le persone escluse fino ad oggi per l’aumento Isee, dovuto al conteggio dell’assegno unico universale.
Detrazioni per mamme lavoratrici autonome Per la prima volta il bonus mamme lavoratrici viene riconosciuto anche alle mamme lavoratrici autonome, se hanno almeno due figli. La cifra stanziata è di 300 milioni di euro annui, e prevede un parziale esonero dei contributi previdenziali anche per le donne che abbiano uno fra redditi d’impresa, da lavoro autonomo o redditi da partecipazione senza aver scelto il regime forfettario. L’esonero spetta fino ai dieci anni del figlio più piccolo e, dal 2027, se in presenza di un terzo figlio, l’esonero verrà riconosciuto sino al raggiungimento dei 18 anni del figlio più piccolo. Anche in questo caso, l’Isee annuo non dovrà superare i 40mila euro, pena il non aver diritto al bonus.