Roma, 25 marzo 2025 – Nel 2025 il bonus nido è confermato tra le misure a sostegno della natalità e della conciliazione famiglia-lavoro. Con le novità introdotte dalla legge di Bilancio, l’agevolazione per coprire (in parte) le spese dell’asilo nido diventa più generosa, soprattutto per chi ha avuto un figlio a partire dal 1 gennaio 2024. Ma a chi spetta esattamente? Quali sono gli importi previsti e come si presenta la domanda?

Cos’è il bonus nido 2025?
Il bonus nido è un contributo economico riconosciuto dall’Inps alle famiglie con figli piccoli, pensato per alleggerire i costi della retta dell’asilo nido o per fornire un sostegno in caso di bambini affetti da gravi patologie croniche, che non possono frequentarlo. L’incentivo è valido sia per le strutture pubbliche che per quelle private autorizzate e si può richiedere anche per l’assistenza domiciliare. L’obiettivo è duplice: favorire la conciliazione tra vita familiare e lavorativa e promuovere l’accesso dei più piccoli ai servizi educativi, fondamentali per lo sviluppo cognitivo e relazionale.
Quali sono gli importi previsti?
L’importo del bonus nido 2025 dipende dal valore dell’Isee del nucleo familiare. Per i figli nati prima del 1 gennaio 2024, l’assegno può variare da un minimo di 1.500 euro a un massimo di 3.000 euro all’anno, suddivisi in 11 mensilità. In particolare, con Isee fino a 25.000 euro si può ottenere un contributo fino a 3.000 euro annui (circa 272 euro al mese); con Isee compreso tra 25.001 e 40.000 euro, l’importo massimo è di 2.500 euro annui (circa 227 euro al mese); con Isee superiore a 40.000 euro, il contributo massimo si ferma a 1.500 euro annui (circa 136 euro al mese). L’importo effettivo erogato dipende però anche dalla spesa sostenuta per la retta, ovvero il bonus non può superare quanto effettivamente pagato.
Qual è la novità per i nati dal 2024?
La legge di Bilancio 2024 ha introdotto un’importante novità: per i figli nati a partire dal 1 gennaio 2024, l’importo massimo del bonus può salire a 3.600 euro all’anno. Questa misura mira a incentivare la natalità e sostenere le famiglie con bambini molto piccoli, nelle fasi più delicate della crescita. Il bonus maggiorato rappresenta un incremento significativo rispetto agli anni precedenti e può coprire una quota importante della retta dell’asilo, soprattutto nelle strutture pubbliche. Il contributo resta comunque legato al valore dell’Isee, che deve essere non superiore a 40.000 euro.
Serve avere altri figli piccoli per accedere al bonus maggiorato?
No, non è più necessario. A differenza di quanto previsto nel 2024, la nuova versione del bonus nido non richiede più che ci sia un altro figlio sotto i 10 anni per accedere all’importo potenziato. È sufficiente che il bambino per cui si fa domanda sia nato dal 1 gennaio 2024 e che l’Isee familiare sia inferiore o pari a 40.000 euro. Si tratta di un cambiamento significativo che semplifica l’accesso all’agevolazione e allarga la platea dei beneficiari. Ad esempio, una coppia al primo figlio, con un Isee di 28.000 euro, potrà richiedere fino a 3.600 euro se il bimbo è nato nel 2024. È quindi importante aggiornare l’Isee per tempo e verificare i requisiti, perché la soglia dei 40.000 euro resta vincolante.
Come si presenta la domanda?
La richiesta del bonus si effettua in modalità telematica attraverso il sito dell’Inps, accedendo con SPID, CIE o CNS. La domanda può essere inoltrata dal 18 marzo al 31 dicembre 2025, ma è consigliabile farlo il prima possibile per ricevere tempestivamente il rimborso. Per l’asilo nido occorre allegare le ricevute delle rette già pagate (mensilmente o in blocco), mentre per l’assistenza domiciliare è necessaria una certificazione rilasciata dal pediatra che attesti l’impossibilità del bambino a frequentare il nido. Inoltre, per ottenere l’importo massimo, è essenziale presentare un Isee minorenni aggiornato all’anno in corso.
Il bonus copre tutta la retta mensile del nido?
Non necessariamente. Il bonus è un contributo, non un rimborso totale: l’importo mensile viene calcolato in base al tetto massimo previsto per la fascia Isee di appartenenza e comunque non può superare la spesa effettiva. Ad esempio se una famiglia ha un Isee sotto i 25.000 euro e paga 250 euro al mese di retta, potrà ottenere il massimo rimborsabile (3.000 euro in totale), ma se la retta è inferiore, l’Inps erogherà solo quanto effettivamente pagato. In caso contrario, se la retta è superiore al contributo, la differenza resta a carico della famiglia.
Il bonus si può richiedere per più figli?
Sì, il bonus è cumulabile per ogni figlio che frequenta il nido o riceve assistenza domiciliare. In presenza di due o più bambini piccoli, è possibile presentare domande distinte per ciascuno, allegando la documentazione specifica e indicando le mensilità interessate. L’Inps verifica eventuali sovrapposizioni e non è possibile ottenere il rimborso per più mesi se la retta è stata già coperta da altri contributi pubblici o regionali.
Un esempio: quanto può ottenere una famiglia?
Per fare un esempio, si prenda una famiglia con un reddito Isee pari a 22.000 euro che nel febbraio 2024 ha avuto un secondo figlio. Il primo bambino ha 6 anni, quindi non incide più ai fini della vecchia soglia dei 10 anni. Con la normativa in vigore nel 2024, questa famiglia avrebbe avuto diritto al bonus maggiorato solo grazie alla presenza del fratello minore. Con la nuova regola del 2025, invece, il solo fatto che il figlio sia nato dal 1 gennaio 2024 e che l’Isee sia sotto i 40.000 euro basta per ottenere l’importo massimo: 3.600 euro all’anno, pari a circa 327 euro al mese per 11 mesi. Se la retta mensile del nido è, ad esempio, 300 euro, la famiglia potrà recuperare l’intero importo pagato ogni mese, per un totale di 3.300 euro annui. Se invece la retta fosse di 350 euro, l’Inps coprirebbe solo i 327 euro mensili previsti, e i restanti 23 euro sarebbero a carico dei genitori.