Roma, 24 ottobre 2023 – Il testo della legge di bilancio approvato dal consiglio dei ministri il 16 ottobre scorso prevede tra le novità il bonus mamma, con l'obiettivo di favorire la genitorialità, l'occupazione femminile e la natalità. Si tratta di uno sgravio contributivo al 100% fino comunque ad un massimo di 3000 euro annui, senza limiti di reddito, per tutte le lavoratrici madri ad esclusione del lavoro domestico. Lo sconto sui contributi per la quota a carico del lavoratore dipendente è legato al numero di figli: per le mamme con due figli dura fino ai 10 anni del bambino più piccolo, per chi ne ha tre lo sconto sui contributi dura più a lungo, fino ai 18 anni del figlio più piccolo. Vediamo, secondo quanto emerge dalla bozza della legge di bilancio, come potrebbe funzionare il bonus.
Cos'è il bonus mamma
Con il bonus, al via da gennaio 2024, le donne che lavorano e hanno due figli o più saranno esonerate dal versamento dei contributi previdenziali a loro carico, ovvero l'Ivs - invalidità, vecchiaia, superstiti - per i dipendenti del settore privato e il Fap per i dipendenti pubblici. Il contributo a carico della lavoratrice, che è di circa il 9,19%, sarà pagato dello Stato e quindi versato in busta paga insieme all'importo netto, andando ad aumentare lo stipendio mensile. A fronte del 33% circa dei contributi da versare, oltre un terzo è rappresentata dalla quota a carico del lavoratore che le mamme lavoratrici con più di due figli non vedranno decurtata dalla loro busta paga.
A chi spetta
L'esonero al 100% dei contributi durerà fino al compimento dei 10 anni di età del figlio più piccolo nel caso in cui la madre abbia due figli e fino al compimento dei 18 anni del figlio più piccolo per le madri con tre o più figli. Non ci sarà da presentare alcuna domanda, il bonus mamme 2024 sarà automatico.
Maxi deduzione per le mamme lavoratrici
La manovra introduce per il 2024 anche una deduzione per i datori di lavoro che assumono a tempo indeterminato, pari al 120%. Per le aziende che stabilizzano donne lavoratrici con almeno due figli minori, giovani sotto i 30 anni, persone con disabilità ed ex percettori del reddito di cittadinanza la deduzione sale al 130%.