Roma, 11 marzo 2024 – Ottocentocinquanta euro che vanno ad aggiungersi all’indennità di accompagnamento. Il bonus anziani sta per essere varato dal governo. Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera oggi al primo decreto attuativo della legge 33/2023 (riforma dell’assistenza agli anziani), prescritta dal Pnnr, su cui l’Italia ha accumulato un ritardo di oltre 20 anni. Il decreto riconosce per due anni (gennaio 2025-dicembre 2026) agli over 80 gravemente non autosufficienti la ‘prestazione universale’, che comprende appunto, oltre ai 531,76 euro di accompagnamento, il nuovo assegno di assistenza del valore di 850 euro per un totale di circa 1380 euro mensili.
A chi spetta: requisiti e paletti
A chi spetta? La platea dei beneficiari è composta dagli anziani già titolari dell’assegno di accompagnamento. Si tratta di ultraottantenni non autosufficienti con bisogno “gravissimo” di assistenza e con Isee non superiore ai 6mila euro. In totale riguarda 25mila persone.
Il governo stanzia per la misura 500 milioni in tutto (250 milioni all’anno). Se questo budget sarà sforato, i requisiti di accesso saranno rivisti in modo da restringere la platea. Importante: gli 850 euro devono servire per pagare badanti o retribuire imprese di servizi di assistenza. Se spesi in altro modo, saranno revocati.
Come sottolinea il Sole24ore il decreto interpreta a ribasso il dettato della legge delega 33 che non fissava una platea definita, né paletti di Isee o di età e che non prescriveva una quota fissa per la prestazione universale ma una somma graduata a seconda dei bisogni spedici dell’anziano.
Per finanziare la misura il governo pesca da fondi e programmi già attivi: 150 milioni dal Fondo non autosufficienze, 250 milioni a valere sul Programma nazionale “Inclusione e lotta alla povertà 2021-2027’ e 100 milioni dalla Missione 5 del Pnrr.
“Grazie a questa riforma inizieremo a poter dare certezze alle persone anziane in termini di miglioramento della qualità della vita, della possibilità di scongiurare isolamento e solitudine, di semplificare l'accesso ai servizi e promuovere così questa stagione della vita in maniera dignitosa", ha detto Maria Teresa Bellucci, viceministro del Lavoro e delle Politiche sociali, parlando con i cronisti a Palazzo Chigi, dopo il Cdm.
Limiti e critiche del decreto
Critiche sono arrivate invece dall’opposizione sul provvedimento che non contempla la figura del caregiver familiare. Il Movimento 5 Stelle ha evidenziato la platea limitata a fronte di “4 milioni di anziani non autosufficienti”. Anche per il Partito Democratico, il decreto è una “scatola vuota: lacunoso, generico, frammentato e senza risorse”, che a sua volta prevede ulteriori decreti attuativi. Un “provvedimento propaganda a costo zero – dice la senatrice Sandra Zampa, capogruppo del Pd nella Commissione Affari sociali del Senato –. Non c’è traccia della riforma dell'assistenza domiciliare, vero fiore all'occhiello della legge delega a cui bisognava dare gambe grazie anche all'infermiere e ai medici di comunità e non c'è nulla sulle Rsa, strutture indispensabili ma che hanno evidenziato debolezze e carenze da affrontare".